Ultimi in classifica, squadra spenta e contestazione aperta: i blucerchiati vivono il momento più difficile degli ultimi anni.

La Sampdoria non riesce più a rialzarsi. Il club blucerchiato, dopo aver scampato la retrocessione sul campo di pochi mesi fa (poi salvata a causa della penalizzazione a tavolino del Brescia e di uno spareggio al veleno con la Salernitana), oggi si ritrova ultima in classifica in Serie B con soli 7 punti in 11 giornate. Numeri che fanno paura, ma soprattutto riflettono una crisi profonda, fatta di errori, incertezze e mancanza di identità. Da mesi si parla di “progetto”, ma sul campo non si vede nulla di concreto: la squadra è fragile, priva di ritmo e di quella mentalità che un tempo la rendeva una delle piazze più affascinanti del calcio italiano.
Contestazione a Bogliasco
Il termometro del malumore è esploso anche fuori dal campo. A Bogliasco, durante la ripresa degli allenamenti, i tifosi hanno espresso tutta la loro frustrazione: cori, striscioni e proteste contro la società e la squadra. Nel mirino sono finiti i dirigenti, accusati di aver smarrito la rotta e di non aver costruito un gruppo all’altezza del nome Sampdoria. “Dove stiamo andando?” è la domanda che riecheggia tra i sostenitori, delusi da una partenza che sa di resa anticipata.
Numeri e responsabilità
Le cifre parlano da sole: sette punti in undici partite, peggior attacco del torneo e una difesa che concede troppo. Un anno fa, nello stesso momento della stagione, la Samp aveva più del doppio dei punti. La colpa non può essere solo tecnica: in molti puntano il dito anche sulla gestione societaria, definita “confusa” e “senza programmazione”. L’ambiente è diventato pesante, i risultati non arrivano e la squadra sembra prigioniera delle proprie paure.
Il rischio Serie C è reale
Oggi la Samp è chiamata a una reazione immediata. La prossima gara con il Venezia è già uno snodo decisivo: un’altra caduta potrebbe far sprofondare i blucerchiati in una crisi irreversibile. Lo spauracchio della retrocessione in Serie C non è più solo una minaccia lontana: è un’ipotesi concreta, che aleggia come un incubo su una piazza storica del nostro calcio. La Sampdoria che dopo aver sollevato dall’incarico Foti durato solamente tre partite e aver richiamato Lombardo è a un bivio: rialzarsi e ripartire, o lasciarsi travolgere da una tempesta che sembra non avere fine. A Genova l’amore per questi colori non è mai mancato, ma ora serve una risposta dal campo. E serve subito.





