Il numero uno di RedBird svela la sfida: un calcio italiano che fatica a cambiare, l’obiettivo di portare il Milan ai livelli della Premier.

Gerry Cardinale non si nasconde. In un’intervista al podcast americano The Varsity, il proprietario del Milan ha raccontato senza filtri l’avventura rossonera: «Possedere il Milan è probabilmente la cosa più difficile che io abbia mai fatto». Una frase che fotografa la complessità di un progetto ambizioso, in un calcio italiano che – secondo il patron di RedBird – è ancora “resistente al cambiamento”.
“Il sistema italiano non vuole cambiare”
Cardinale non punta il dito, ma il messaggio è chiaro: la Serie A deve evolversi. «Il sistema è duro da modificare, non vuole cambiare, ma è proprio per questo che mi affascina». La sfida, spiega, non è soltanto sportiva ma culturale. E riguarda la capacità dei club italiani di aprirsi a un modello moderno, sostenibile e internazionale. «Voglio portare il Milan al livello delle squadre di Premier League, perché è lì che si misura la vera competizione globale», ha aggiunto.
Il Milan come modello
Dall’arrivo di RedBird nel 2022, i numeri raccontano una svolta: il Milan ha riportato in positivo i conti per la prima volta dopo 17 anni. Cardinale lo sottolinea con orgoglio: «Ogni profitto che realizziamo lo reinvestiamo nella squadra». E i fatti lo dimostrano: nell’ultima sessione di mercato, il club rossonero è stato tra i più attivi e spendaccioni della Serie A, confermando una linea chiara – costruire valore sportivo senza rinunciare alla solidità economica.
Il nuovo stadio
Il prossimo passo è il nuovo stadio, punto fermo della visione RedBird. Cardinale lo immagina come un impianto all’americana: multifunzionale, vivo 365 giorni all’anno, capace di generare ricavi e spettacolo. «Non sarà solo una casa per le partite – spiega – ma un luogo dove vivere il Milan ogni giorno». Un investimento strategico che, nelle intenzioni del patron, renderà il club ancora più competitivo e indipendente dai limiti strutturali della Serie A.
Tra visione e realtà
Cardinale guarda avanti, ma non nasconde le difficoltà. «Negli Stati Uniti, nessuno vuole vedere Cagliari-Lecce: il nostro campionato deve diventare più appetibile». Una frase che fa discutere, ma che sintetizza la sfida principale: rendere il calcio italiano di nuovo esportabile. Per il Milan, significa puntare sull’internazionalizzazione del brand, sulla qualità del gioco e su un rapporto sempre più stretto con i tifosi nel mondo.
Il senso di una sfida
«È la cosa più dura, ma anche la più bella che abbia mai fatto», conclude Cardinale. Il messaggio è chiaro: il Milan non è solo un investimento, ma una missione. Dietro la freddezza dei numeri c’è la passione di chi vuole riportare il club tra le potenze mondiali. Un passo alla volta, dentro e fuori dal campo.





