Presunte infiltrazioni mafiose nei servizi interni, il club nega ogni legame diretto. E la gestione è finita nelle mani della Camorra.

La Serie B trema e la Juve Stabia, una delle rivelazioni di questo avvio di stagione, è stata posta sotto amministrazione controllata dopo le indagini della Direzione Nazionale Antimafia su presunte infiltrazioni della criminalità organizzata all’interno della gestione societaria. Una decisione pesante, che scuote non solo Castellammare ma l’intero calcio italiano. Il provvedimento riguarda l’affidamento di alcuni servizi – dalla sicurezza allo stewarding, dalla biglietteria alla logistica – che sarebbero finiti, secondo gli inquirenti, nelle mani di imprese legate ai clan locali D’Alessandro e Imparato.
“Gestivano biglietti e trasferte”
Gli investigatori non parlano di coinvolgimento diretto dei dirigenti, ma di un sistema di controllo esterno che avrebbe sfruttato la squadra per consolidare consenso e presenza sul territorio. “Gli spostamenti della squadra, la sicurezza, la gestione delle bevande e dei biglietti erano di fatto nelle mani della camorra”, si legge nelle carte. Una frase che basta da sola a restituire la gravità del quadro. Anche il settore giovanile, la storica “cantera” stabiese, sarebbe stato usato come canale d’influenza sui più giovani. Una rete silenziosa, radicata, che oggi porta a un passo forzato: la nomina di un amministratore giudiziario per affiancare la società e “bonificarne” la gestione.
Il club si difende: “Solo fornitori esterni”
In casa Juve Stabia si prova a mantenere la calma. In una nota ufficiale, la società precisa che “il provvedimento è riferito esclusivamente a fornitori esterni, del tutto estranei all’attuale compagine sociale”. Nessun dirigente o socio, dunque, risulta indagato o coinvolto direttamente. “La Juve Stabia – si legge ancora – continuerà a operare con la massima trasparenza, collaborando con le autorità per accertare ogni eventuale irregolarità”.
Tra campo e burocrazia
Un doppio binario difficile da gestire. Sul campo, la squadra allenata da Ignazio Abate sta sorprendendo: 13 punti in 8 giornate, solo una sconfitta e una classifica che profuma di alta quota. Ma ora la sfida non è più solo quella del sabato pomeriggio. La stabilità societaria rischia di pesare sull’ambiente, sugli stipendi, sulle sponsorizzazioni e persino sulla serenità di spogliatoio. Per ora, nessuna penalizzazione sportiva è prevista, ma le autorità non escludono verifiche anche sul regolare svolgimento delle partite casalinghe al “Romeo Menti”.
L’orgoglio di Castellammare
Nelle ultime ore, i tifosi hanno risposto come sanno fare: con passione. Sui social spopola l’hashtag #ForzaVespe, mentre in città si chiede solo una cosa: “Chiarezza, ma senza infangare chi lavora pulito”. Il calcio, a Castellammare, è identità. E ora più che mai servirà compattezza per non trasformare un sogno di Serie A in un incubo giudiziario. La Juve Stabia ha davanti la sfida più complessa della sua storia recente: difendere la propria credibilità. In campo, la squadra può ancora correre. Ma fuori, la battaglia sarà lunga e silenziosa.





