Nessun allarme, ma lo spavento, quello sì. Nel defaticante post partita di Verona-Juventus Gleison Bremer si accascia a terra.
Lo staff corre, i tifosi trattengono il fiato: le prime verifiche però spengono l’allarme: nessun infortunio, soltanto affaticamento dopo una serata nervosa e dispendiosa. Un episodio senza strascichi, ma sufficiente per riaccendere un tema che in casa Juventus serpeggia da settimane: la gestione delle energie e la necessità di allargare le rotazioni in difesa e la tenuta fisica del brasiliano, che, contro il Verona, era stato tenuto a riposo da Tudor.
La lunga assenza della passata stagione impone più riflessioni. La prima, palese, è che senza Bremer la difesa bianconera ha perso il proprio faro; la seconda, conseguenza della prima, è che la Juve non può permettersi di perderlo nuovamente a lungo, a meno di non avere un’alternativa valida in grado di affiancare il brasiliano, farlo rifiatare e, quando potrà servire, sostituirlo nel ruolo di guida del reparto arretrato.
Dentro questo quadro si inserisce un nome che sta scalando le agende di mezza Serie A: Thomas Kristensen. Centrale dell’Udinese, 23 anni, profilo moderno e fisico da corazzata, è tra i prospetti più convincenti del campionato per dominio aereo, tempismo nelle letture e pulizia negli interventi. È il prototipo del difensore “pronto-subito” con margini di crescita: uno che puoi gettare nella mischia senza snaturare la filosofia della retroguardia.
Le ultime voci di mercato lo accostano con forza al Milan, che ne segue da vicino l’evoluzione. La Juventus, che a gennaio aveva già sondato il terreno quando le emergenze difensive erano esplose, continua a monitorare il dossier: non una trattativa in discesa, ma un’opzione concreta se si decidesse di aggiungere un tassello affidabile alla rotazione. Molto dipenderà dalle richieste dell’Udinese e dalla concorrenza, destinata ad alzare l’asticella.
Numeri alla mano, Kristensen è un centrale ‘ad alta manutenzione dell’area’: chiude tanto (79 respinte in A nel 24/25, 2º in squadra) e sporca le linee di tiro (13 blocchi). In avvio 25/26 viaggia su ritmi da stopper dominante con presenza costante nei duelli aerei. A 23 anni e con struttura da 1,98, offre subito solidità e margine di crescita: esattamente il tipo di alternativa che riduce il rischio quando il calendario si addensa: e Comolli lo ha individuato come possibile rinforzo per la difesa per diminuire le preoccupazioni sulla tenuta fisica di Bremer.
Il messaggio della serata, dunque, è duplice. Da un lato, niente caso Bremer: il brasiliano sta bene e resta un punto fermo. Dall’altro, la necessità di prevenire gli imprevisti con scelte lungimiranti. In un campionato dove i dettagli muovono gli equilibri, trasformare un campanello d’allarme in opportunità è il modo migliore per non ritrovarsi a inseguire. E un profilo come Kristensen rappresenta esattamente quel tipo di opportunità.
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