La squadra di Tudor non muore letteralmente mai. Pirotecnico pareggio coi tedeschi, Dusan lancia un segnale al tecnico
Ieri è stata una notte da romanzo all’Allianz Stadium. Juventus e Borussia Dortmund si dividono la posta in un 4-4 che sa di follia, con i bianconeri a un passo dal baratro e risollevati dall’uomo del momento: Dusan Vlahovic. Il serbo, inizialmente relegato in panchina da Tudor, entra e spacca la partita con due gol e un assist per il definitivo pareggio di Kelly (altro giocatore criticato ingiustamente dalla tifoseria nella stagione passata). Un urlo liberatorio, la dimostrazione che il bomber c’è e non ha intenzione di farsi da parte.
Al minuto 60 la Vecchia Signora sembra spenta, sotto 1-2 e con lo Stadium ammutolito. Poi dentro Vlahovic: prima pareggia i conti, poi sigla il 3-4 che riaccende la speranza, infine confeziona il cross al bacio per Kelly che firma il clamoroso pareggio in pieno recupero. Un impatto devastante che può rimettere l’ex Fiorentina, nonostante la scadenza del contratto nel 2026, al centro del progetto.
Nel post partita l’attaccante si presenta ai microfoni di Sky Sport con la faccia di chi ha voglia di riprendersi tutto. “Non è stato un periodo facile, si sono dette cose al 99% non vere. È normale essere criticati, ma sono in uno dei club migliori al mondo” -analizza l’ex Fiorentina. “A tutti piace essere titolari, ma oggi con cinque cambi non ci sono più titolari o panchinari. Io penso solo a essere concentrato e a dare una mano alla squadra. Ogni giorno devo dimostrare qualcosa, non sono mai soddisfatto. Anche dopo due gol e un assist voglio sempre di più. Questa è la mia mentalità”.
Vlahovic ha lanciato un segnale chiaro al suo allenatore. Tudor predica rotazioni e alternanze, ma dopo una prestazione simile sarà difficile non riconsiderare il suo ruolo da titolare. Lo stesso serbo, con diplomazia, ha aggiunto: “Rispetto le scelte del mister, ma cercherò di metterlo in difficoltà”.
Il 4-4 con il Dortmund non è un punto qualunque: è il simbolo di una Juve che non muore mai e di un attaccante che vuole riprendersi la scena. Criticato, discusso, accantonato, Vlahovic risponde con i numeri che contano (già quattro le reti messe a segno in questo inizio di stagione, un gol ogni trenta minuti). Se questo è solo l’inizio, la stagione della Juve e del suo numero nove può davvero decollare una volta per tutte.
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