La prima sanzione sta facendo discutere e riporta una squalifica di un anno al portiere che ha acceso la rissa

Il calcio giovanile italiano si ritrova a fare i conti, nuovamente, con uno dei momenti più bui della sua storia recente. Tutto nasce a Collegno, durante il torneo Under 14 “Super Oscar”: la partita tra Volpiano Pianese e Csf Carmagnola si trasforma in un incubo. Prima la rissa in campo, poi l’invasione di un genitore che prende a pugni il portiere 13enne Thomas Sarritzu, lasciandolo a terra con fratture e contusioni. Un episodio che ha scosso l’opinione pubblica e portato anche il mondo del calcio professionistico – da Buffon a Infantino – a esprimere indignazione e solidarietà.
La giustizia non fa sconti
Ma la giustizia sportiva, a freddo, non ha fatto sconti a nessuno. Le immagini hanno mostrato che il giovane portiere, pochi secondi prima di essere aggredito, aveva reagito con manate e calci a un avversario steso a terra. Da qui la decisione del giudice sportivo: un anno di squalifica per il portiere del Volpiano, che vede così svanire anche la chiamata a Coverciano annunciata in un primo momento dalla FIGC e poi immediatamente revocata.
In arrivo altre sanzioni
Non è finita. Pesano anche le altre sanzioni: sei mesi di stop per Cristian Barbero del Carmagnola, che aveva colpito un avversario alla nuca, e sei mesi per Angelo Sarritzu (padre di Thomas), dirigente del Volpiano, accusato di aver avuto un ruolo attivo nella rissa invece di sedarla. Entrambe le società sono state inoltre multate per responsabilità oggettiva (ammende da 150 euro a testa).
Il risultato della rissa
Insomma il risultato è un quadro desolante: un torneo macchiato da violenza, due squadre fuori, un ragazzo finito in ospedale e un calcio giovanile che si interroga su dove abbia perso la bussola. Perché il verdetto è chiaro: a Collegno non c’è stato nessun vincitore, ma hanno perso tutti, in campo e fuori.