In un appassionato editoriale sul Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni invita i candidati alla presidenza della Federcalcio a farsi avanti. Se câè qualcuno intenzionato a presentare un progetto che possa risollevare il calcio italiani dopo i disastri degli ultimi anni, è il momento di uscire allo scoperto. Altrimenti, lâalternativa non può che essere la conferma di Gravina: insomma, non cambierebbe niente.Â
Scrive Zazzaroni dopo lâindecoroso flop dellâItalia agli Europei: âAbbiamo toccato il fondo, ma non possiamo piĂš permetterci di scavare per scoprire nuovi gironi della vergogna. Dagli Europei siamo usciti umiliati: si rendono sempre piĂš necessari senso di responsabilitĂ e trasparenza. LunedĂŹ Gravina ha deciso di anticipare le elezioni di quattro mesi, mandando nel panico gli avversari. Dicono che abbia agito dâistinto, altre â e politicamente sofisticate â sono però le interpretazioni date al gesto. Tre i mesi della campagna elettorale (agosto non conta), a settembre la Nazionale torna in campo: chi ha lâambizione di contrastare Gravina, sperando di succedergli, esca allo scoperto e esponga il programmaâ.
GiĂ , ma chi potrebbe scendere in campo contro Gravina, che voci di corridoio â peraltro â danno per giunta intenzionato a farsi da parte, sfiancato dalle recenti polemiche? âZazzaâ passa in rassegna i potenziali candidati: âIl numero 1 del Coni Malagò, candidatura credibile, si è sfilato. Siamo cosĂŹ allâABC: si fanno i nomi di Abete (Lnd), dimessosi dopo il flop brasiliano, Balata (serie B) e Casini (A), due su tre a rischio conferma nelle rispettive legheâ.Â
Quindi una riflessione sulla graduale e progressiva deriva del calcio italiano, iniziata nel 2006, curiosamente lâanno di Calciopoli e della fine del discusso duopolio Juventus-Milan: âFino al 2006 il calcio italiano era governato dal duo Giraudo-Galliani e il presidente della Figc veniva deciso dai club (Carraro). Da quando Lotito e De Laurentiis hanno sostituito gli ex ad di Juve e Milan, sono â e non per volontĂ dei due presidenti, anzi â le leghe e le associazioni a determinare il risultato. La Nazionale è, o no, di tutti? E allora perchĂŠ non raccogliere lâinvito di Corvino: Stati Generali aperti al pubblico e nuove regole dâingaggio. Cambiare lâordine dei fattori non risolve, bisogna semmai cambiare i fattori e promuovere le idee: serve un fronte unito â scrive Zazzaroni concludendo le sue riflessioni â che lavori per il bene del calcio, non per gli interessi di pochiâ.
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