Essere umili, rispettosi, studiare e aggiornarsi costantemente, essere fedeli ai propri valori, saper ascoltare le opinioni di chi si ha intorno seppure nella consapevolezza che, alla fine, nelle decisioni si è sempre soli e che ogni giorno vieni giudicato su qualunque cosa. Questa la ricetta del successo che Fabio Capello, uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio italiano, ha condiviso oggi a Catania con la nutrita platea del “Sicily Business Forum”.
Capello ha messo l’accento sull’importanza di saper individuare e gestire i tipi di leader diversi: quelli in campo, quelli dello spogliatoio, quelli positivi e anche quelli negativi, come Ronaldo il Fenomeno, definito da Capello il “numero uno, quello con più qualità in assoluto” tra i giocatori che ha conosciuto, ma anche un calciatore il cui comportamento dentro e fuori dal campo, lo esasperò al punto da decidere di allontanarlo. “Si rifiutava di impegnarsi per rimettersi in forma e aveva un’influenza negativa su altri 7-8 giocatori che si facevano trascinare nei suoi bagordi serali”. Un ricordo che viene contrapposto invece a quello di David Beckham, ricordato dall’allenatore come un modello di leader positivo: “un ragazzo splendido, di un’umiltà unica”.
E rispondendo alla domanda in merito a chi tra gli allenatori del panorama attuale incarni il suo modello di leadership, Capello ha risposto: “Considerato quello che ha fatto a Napoli, direi Luciano Spalletti“. Infine, il segreto per reggere la pressione. “Io ho avuto una forza: in casa non si parlava mai di calcio e io non leggevo mai i giornali, né quando vincevo, né quando perdevo. In casa non ho mai portato un trofeo, li tengo in cantina, perché per me quando hai vinto hai fatto solo il tuo lavoro e devi pensare al dopo”.
Da Francia '98 a USA–Canada–Messico 2026: tre nazionali europee risalgono sul palcoscenico più importante. Giamaica…
Un'impresa incredibile che riscrive la geografia del calcio mondiale La piccola isola caraibica di Curaçao,…
Di Gregorio non convince, Perin incerto e Pinsoglio pensa al ritiro, tutti indizi che fanno…
I nerazzurri puntano sul centrale ecuadoriano per la difesa del futuro, ma il Brugge chiede…
L’ex terzino del Parma rivive il Mondiale del 94, il rapporto turbolento con Sacchi e…
Il difensore serbo, criticato all’inizio, è diventato un intoccabile nella nuova difesa rossonera. Personalità, equilibrio…