Il Napoli se n’è fatta una ragione, lui no. Grazie a Spalletti due anni fa gli azzurri sono riusciti a vincere il terzo scudetto della loro storia, cancellando quel rimpianto della stagione dei record con 91 punti dove però finirono dietro la Juventus ma Maurizio Sarri ancora ci pensa. Non è stato sufficiente il tricolore vinto sulla panchina proprio dei bianconeri a fargli dimenticare quell’amarezza e intervistato dal Corriere della sera ricorda il caso Orsato con il celebre secondo giallo mai estratto per Pjanic in Inter-Juventus.
Sarri parlò all’epoca di scudetto perso in albergo e ricorda: «Si può ridere finché si vuole, ma andò così. Ci fu un errore clamoroso, poi anche riconosciuto, di uno degli arbitri migliori, Orsato, in Inter-Juventus. Noi eravamo in ritiro in albergo: uscii dalla mia stanza incazzato nero, volevo spaccare tutto, ma dovevo tirare su di morale i ragazzi. Li vidi seduti sulle scale dell’hotel, piangevano. Era già troppo tardi: noi perdemmo con la Fiorentina e lo scudetto andò alla Juve».
«Il Napoli è stata l’esperienza più intensa della mia carriera. Senza vincere? Le storie più belle del calcio sono quelle in cui non si è vinto. Con De Laurentiis ho avuto un rapporto non sempre facile, ma lo ringrazierò sempre per avermi dato la possibilità di allenare la squadra per cui tifavo da bambino. Comprerò casa a Napoli».
Due anni dopo va alla Juve e lo vince lì: «Fu un percorso di grande sofferenza, con tanto di discussioni in famiglia. Diciamo che da tifoso del Napoli ho fatto fatica. Non avrei dovuto lasciare il Chelsea, ecco. La Lazio? Ambiente appiattito, squadra intorpidita». Intanto non l’ha chiamato nessuno dopo il divorzio con i biancocelesti: S”i punta sui giovani, e va anche bene. Ma l’esperienza resta un valore, non va cestinata. Basta vedere l’età degli allenatori che quest’anno hanno vinto Conference, Europa e Champions League: 63, 66 e 65 anni. Non è un caso. Poi, certo, se nessuno mi ha cercato probabilmente è stato perché ho sbagliato anche io qualcosa, una riflessione intima va fatta»”.
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