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Milan, Ancelotti torna? E intanto Tare si allontana: sale D’Amico come nuovo ds

E se Carlo Ancelotti tornasse al Milan? Una suggestione che sta aleggiando nelle ultime ore e che sarebbe a dir poco clamorosa, un ritorno sulla panchina rossonera dopo la preventivabile conclusione della sua ultima avventura al Real Madrid rilanciato da alcune testate, in primis la Gazzetta dello Sport. Ma è davvero solo una suggestione?

Ancelotti vicino all’addio al Real, andrà al Milan o alla Roma?

Partendo dal presupposto che il ciclo a Madrid è ormai concluso dopo la mesta fine della corsa in Champions League di quest’anno per i Blancos, si vocifera dell’intenzione da parte di entrambe le parti di separare le strade dopo tanti trionfi. Ma si sa, nel calcio resta più impresso il contingente che lo storico, e quindi Ancelotti verrebbe lasciato andare senza troppi patemi d’animo pur con un contratto che andrà a scadere il prossimo anno.

Il tecnico potrebbe di conseguenza accasarsi altrove, come ad esempio la panchina della Seleçao brasiliana che da tempo lo corteggia e che da altrettanto tempo necessita di un condottiero che trascini i verdeoro verso traguardi che da tempo non stanno più toccando (ma in lizza ci sono anche Abel Ferreira e Jorge Jesus).

In alternativa, il ritorno in Serie A, sponda Roma, che ritroverebbe dopo i trascorsi da giocatore, o il ricorso storico del Milan (sempre che alla fine Ancelotti non opti per chiudere qui la sua fantasmagorica carriera). 

Sacchi consiglia al Milan: “Prendete Ancelotti”

Due realtà a cui l’allenatore di Reggiolo è molto legato, e un suo collega che condivide il fatto di aver allenato i rossoneri ottenendo notevoli successi, ovvero Arrigo Sacchi, ha voluto consigliare entrambe le società: 

“Chiamate Ancelotti, è un fuoriclasse, sa vincere e non teme nemmeno gli orsi”.

E concentrandosi in particolare sulla sponda milanese, Sacchi ha aggiunto:

“Se fossi un dirigente del Milan un colpo di telefono a Carletto lo farei: non costa nulla. Sarebbe perfetto per gestire una fase delicata, per far capire a tanti giocatori che cosa significa far parte di un club come il Milan”.

Nuovo ds Milan: calano le quotazioni di Tare? Si parla ora di Tony D’Amico

Il club rossonero, come abbiamo detto, sta cercando un nuovo assestamento dirigenziale, virando verso una maggiore italianità forse anche in panchina. Ma intanto bisogna sciogliere il busillis del direttore sportivo: dopo Paratici, la cui pista era finita su un binario morto, sembrava che Igli Tare fosse in predicato per coprire una casella che ormai è sin troppo vacante.

Eppure l’amministratore delegato del Milan Giorgio Furlani avrebbe puntato su un altro profilo. Come riporta SportMediaset l’ad preferirebbe all’ex ds della Lazio Tony D’Amico, attualmente nella tolda dirigenziale dell’Atalanta con un contratto sino al 2027.

Furlani avrà l’ultima parola, ma certo è che il Milan intende recuperare un ruolo più tradizionale del direttore sportivo (negli ultimi anni le deleghe erano state distribuite tra varie figure apicali) come aveva dichiarato di recente lo stesso ad.

Ma Jacobelli: “Meglio Tare, D’Amico blindato all’Atalanta”

Secondo però Xavier Jacobelli D’Amico non si muoverà dal club begamasco. Il giornalista a Tuttomercatoweb ha lodato il ds per la sua bravura e fiuto, ma ha anche aggiunto:

“Da quel che mi risulta è blindato dall’Atalanta e l’ingaggio di John Murtough, ex responsabile del vivaio del Manchester United, è una strategia che rafforza la posizione di D’Amico. Peraltro nel comunicato dell’Atalanta viene specificato che il nuovo dirigente verrà coordinato dal direttore sportivo Tony D’Amico”.

Secondo l’ex direttore del Corriere dello Sport il profilo ideale sarebbe quello di Tare: “Sarebbe un direttore sportivo all’altezza del compito arduo che gli verrebbe affidato. Ha maturato una brillante esperienza alla Lazio, è libero e può agire da subito, ha contatti nazionali e internazionali”. Poi la stoccata al Milan:

“Quel che mi chiedo è: quanto bisogna aspettare per la scelta del direttore sportivo? Passano le settimane, mi stupisce la lentezza nella scelta di un uomo cardine. Il ds del Milan, chiunque esso sarà, è chiamato a fare scelte importanti, incominciando dall’allenatore e passando a diverse posizioni come quelle di Maignan, Theo e Leao. Questo temporeggiare mi stupisce.

Da quando c’è stato quel brusco congedo, o meglio, licenziamento di Maldini e Massara, la situazione del Milan ha visto un progressivo deterioramento nella catena di comando. Pioli ha lasciato la squadra al secondo posto e in Champions, ora il Milan è nono”.

Luca Santoro

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