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Inter, Taremi: Volevo diventare detective, Daei per noi come Cr7

Il suo inserimento nell’Inter è stato immediato: bum bum e subito gol a raffica nelle prime amichevoli poi Mehdi Taremi si è infortunato e rischia di saltare la prima di campionato col Genoa ma il bomber iraniano è già entrato nel cuore dei tifosi che scommettono su di lui e ritengono che darà filo da torcere a Thuram per una maglia da titolare.

Taremi voleva diventare poliziotto

L’attaccante si è confessato in occasione del secondo episodio della serie “Welcome Home”, che propone ai fan nerazzurri interviste inedite con protagonisti le new entries dell’Inter. Il format, realizzato dalla squadra dei Campioni d’Italia e powered by Betsson Sport, Main Sponsor di maglia dell’Inter, è stato creato per andare a conoscere i nuovi calciatori che indosseranno la maglia nerazzurra: “Se non fossi un giocatore di calcio penso che sarei diventato un poliziotto, probabilmente un detective”.

Il bomber ha cominciato a giocare a 6 anni, grazie a suo padre che gli ha trasmesso l’amore per lo sport, e da allora non ha più smesso: il calcio è diventato la sua passione. Nonostante infatti guardi volentieri partite di pallavolo, specialmente della nazionale iraniana, e segua i match dell’NBA, non ha mai praticato altri sport. Il primo campo in cui ha giocato è stato nella sua città natale, a Bushehr: “Era fantastico lì. Giocavo con mio fratello e con i suoi amici e, nonostante fossi più piccolo, per me era un’emozione poter allenarmi con loro”.

Per Taremi Ali Daei come Ronaldo

La carriera di Taremi ha preso una svolta decisiva quando Ali Daei, una leggenda del calcio iraniano, lo ha invitato a giocare nel Persepolis: “Per me questo momento è stato fondamentale, è stato perfetto poter giocare per un club così importante in Iran”, racconta il calciatore. Parlando poi di Daei, aggiunge: “È stato uno dei migliori marcatori di tutti i tempi, dopo Cristiano Ronaldo; per noi è una leggenda.” Taremi sottolinea anche l’importanza del sostegno della sua famiglia, che ha sentito sempre presente durante tutta la sua carriera: “La mia famiglia è stata fondamentale: non importa come gioco in campo o come sta andando fuori dal campo, loro sono sempre dalla mia parte e fanno il tifo per me”. Concludendo l’intervista, Mehdi enfatizza l’importanza della vita di spogliatoio: “I compagni di squadra devono essere come fratelli: si combatte insieme e con loro si condividono gioie e momenti difficili. Passiamo più tempo insieme che con le nostre famiglie e questo fa sì che si instauri un legame profondo; è proprio l’essere uniti che porta una squadra alla vittoria, anno dopo anno”.

 

Fabrizio Piccolo

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