Juventus, un anno fa l'ultima di Allegri: il trionfo in coppa, il vaffa a Giuntoli
Il 15 maggio dello scorso anno la Juve vinceva la Coppa Italia in finale con l'Atalanta, lo spogliarello di Allegri, il vaffa a Giuntoli, l'addio da vincente

Il gol lampo di Vlahovic, una partita tatticamente perfetta contro l'Atalanta che una settimana dopo avrebbe trionfato in Europa League e poi lo show di Allegri prima e dopo il 90'. Sono passati 12 mesi dalla finale di coppa Italia, dall'ultima vittoria della Juventus, dall'ultima zingarata di Max in una serata che riletta oggi, a 265 giorni di distanza dice tanto o poco sul destino della Vecchia Signora.
Juve, un anno fa il canto del cigno di Allegri
Roma, 15 maggio 2024 - Ieri il Bologna trionfava all'Olimpico contro il Milan prendendosi la Coppa Italia. Dodici mesi fa in quello stadio era la Juve che si prendeva la coppa battendo l'Atalanta. Un vittoria quasi contropronostico con i bergamaschi incredibilmente favoriti per essere in forma e che di lì a una settimana si sarebbero presi l'Europa League con una gara altrettanto perfetta contro il Bayer Leverkusen.
Contro Gasp arriva il canto del cigno di Allegri. Dato già come partente, Max se la giocò con tanti titolari, ma anche, tra gli altri, con i vari Nicolussi Caviglia, Illing Junior e poi Miretti. La decise Vlahovic, dopo appena 4 minuti di gioco. Un gol che bastò ai bianconeri che riuscirono a imbrigliare il gioco dell'Atalanta.
Lo show di Max: “Dov'è Rocchi?” e il vaffa a Giuntoli
Nessuno poteva immaginare, forse nemmeno lui, che quella sarebbe stata l'ultima partita di Allegri sulla panchina della Juve, e ad oggi, l'ultima in assoluto in attesa di una chiamata per la prossima stagione.
Allegri fece un vero "casino" a fine gara. Forse per spezzare l'agonismo dell'Atalanta all'ultimo assalto, forse in piena trance agonistica dopo una stagione non facile con la Spada di Damocle dell'addio che pendeva da tempo sulla sua testa.
Allegri la testa la perse. Tra mille proteste nel finale andò a muso duro con l'arbitro Maresca, il quarto uomo Marani e poi lo spogliarello tra giacca, cravatta e camicia sbottonata, uscendo dal campo gridando “Dov'è Rocchi”.
Ma non finì lì. Durante la premiazione Max allontanò più volte dal campo il ds Giuntoli, con gesti plateali. Allegri pagò a caro prezzo quei gesti. Il giorno dopo fu esonerato dalla Juve e non potè godersi il meritato omaggio dello Stadium all'ultima di campionato in casa.
Cosa è rimasto di quella Juve, la rivoluzione, il mezzo flop
Tabula rasa, ripartenza da zero o quasi. La nuova Juve è appunto ripartita da zero dopo quella Coppa Italia. Al momento con un pugno di mosche in mano. Da Allegri a Tudor passando per Thiago Motta arrivato come il vate, andato via quasi senza lasciare traccia. La Champions ancora precaria, una rosa rivoluzionata e scelte poco azzeccate da Koopmeiners a Nico Gonzalez passando per l'involuzione di Vlahovic e la sfortuna per gli infortuni in serie dei difensori, Bremer soprattutto.
In quel “vaffa” di Max a Giuntoli quasi una maledizione che è scesa sulla Vecchia Signora, o almeno su questa gestione ancora in bilico tra la riconferma e il cambiamento, dalla panchina alla scrivania, tutto in divenire proprio come il futuro di Max. Da quella sera le strade della Juve e di Allegri si sono separate ma sembrano per ora andare in parallelo.