E’ stato in silenzio ad ascoltare per un mese critiche e anche offese quando il Milan stentava ma anche oggi, all’indomani del derby vinto sull’Inter, Gerry Cardinale preferisce non fare proclami. Il n.1 di RedBird parla a margine dell’evento ‘Giornata dello Sport Italiano nel Mondo e dice la sua nel dibattito incentrato sulla crescita della Serie A.
Al patron rossonero viene chiesto se vuole mandare un messaggio ai tifosi. Questa la sua risposta: “Il mio messaggio alla tifoseria non sembra funzionare, quindi direi che il messaggio alla tifoseria è che non vi darò alcun messaggio finché non vinceremo. Perché capisco che è l’unica cosa che vi interessa. Ma io farò il mio lavoro e faremo tutto il possibile per vincere. Ma vincere in modo intelligente. E se lo farò, saremo longevi. E contribuiremo a far crescere l’intero ecosistema, come ritengo sia nostro dovere”.
Poi Cardinale parla di calcio globalizzato: “Oggi quando si parla di calcio a livello globale e si pensa alla massima qualità, si parla di Inghilterra, di Premier League. E una delle cose che vorrei fare come amministratore del Milan e come partecipante alla Serie A è lavorare con essa e con tutti i membri dell’ecosistema italiano per riportare l’Italia a quello che era in termini di calcio europeo globale. Credo che questo sia fondamentale. Considero la Serie A come una delle più grandi esportazioni dell’Italia”, le sue parole riportate da ‘Calcio&Finanza’.
Per Cardinale non è possibile far crescere il movimento se ognuno continuerà a guardare solo al proprio orticello. “Se ci concentriamo solo sul vincere le partite non cresciamo. Non possiamo farlo se non innoviamo, se non cambiamo questo paradigma in tutto il calcio europeo dove sembra esserci questa nozione implicita che si debba spendere tutto il necessario per vincere, come se ci fosse una correlazione diretta tra spesa e vittoria. In America chi spende i soldi per comprare le squadre è il proprietario della squadra. In Italia credo che i tifosi credano che la squadra sia di loro proprietà e noi abbiamo un lavoro da fare per soddisfare questo concetto”.
Poi sulla questione stadio: “Quello che sto cercando di fare, e non sto ricevendo molto aiuto nell’ecosistema italiano, è una partnership tra tutti i partecipanti alla catena del valore: i tifosi, il governo locale, il governo nazionale, il capitale per costruire le nostre infrastrutture. Abbiamo gli Europei in arrivo nel 2032. Sto cercando di fare uno stadio a Milano”.
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