Ranieri: Nazionale italiana? No, mi sono già bruciato in Grecia

Prossimo a laurearsi campione d'Inghilterra col Leicester, Claudio Ranieri è il personaggio del momento. In un irriverente intervento a Radio Deejay, l'esperto tecnico romano ammette "di non aver ancora compreso bene il significato dei cori che il pubblico mi dedica. Sento che dicono 'Ranieri' e qualcos'altro, spero siano elogi (risata, ndr), io comunque li prendo per positivi". A Leicester c'è chi vorrebbe dedicargli una strada: "Sì, ho letto questa iniziativa del sindaco. In Italia porta male? In Inghilterra no". Già, l'Italia: il no alla nazionale è ribadito a chiare lettere. "Con quella ho chiuso", spiega Ranieri. "Mi sono già bruciato in Grecia. Mi sono accorto che non potevo allenare per nulla i miei giocatori. Una volta li ho accolti il martedì, quando il sabato era in programma una partita. In tre giorni non siamo riusciti a provare nulla a livello tattico. Il successo degli allenatori italiani? Il nostro calcio è più selettivo, sappiamo adattarci meglio. Io cerco di capire le tradizioni di ogni paese in cui mi trasferisco, gradualmente provo a metterci qualcosa di mio. Anche con l'inglese va meglio. Oltre a buongiorno, ora so dire anche buonasera. Ma vado meglio con lo spagnolo". Ma Ranieri non sta facendo bene soltanto oggi: "Qualcuno dimentica che in Italia avevo sempre fatto bene. Al Napoli, alla Fiorentina, alla Juventus, anche a Parma e alla Roma, quando feci più punti di Mourinho nell'anno del Triplete. Mi manca lo scudetto, non è ancora fatta. Alla prossima giochiamo contro un Chelsea inferocito".