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Adriano, tutte le verità mai confessate prima dall'Imperatore

11/05/2021 15:53

Adriano, tutte le verità mai confessate prima dall'Imperatore |  Sport e Vai

Le sue marachelle le aveva già confessate, così come i suoi problemi con l'alcol ma è tutta da leggere l'intervista che Adriano ha fatto con The Players tribune. L'ex Inter si mette a nudo e racconta tutto, aneddoti divertenti e momenti tristi. Questi gli estratti principali

 

"Una volta, quando ero all’Inter, i giornalisti mi seguivano ovunque perché ogni volta volevano assillarmi con qualcosa. Erano accampati sotto casa mia e non volevano andarsene. Mi sentivo in trappola. Mia nonna all’epoca viveva con me, e sentii che stava in cucina mentre faceva bollire l’acqua sui fornelli. Sto preparando un regalino per i nostri amici qua fuori”. Allora le ho detto: “Che? Nonna, che sei pazza. Non puoi fare così!!!” E lei: “No, no. Voglio solo fare un bel bagnetto ai nostri amici giornalisti! È bello caldo, vedrai che gli piace!” Gli voglio dare una lezione!” Questa è mia nonna OK? Capite meglio adesso?!" racconta il brasiliano, che poi spende parole al miele per il club nerazzurro.

"Sono andato all’Inter e la gente mi chiamava L’Imperatore. Non dimenticherò mai quando stavamo giocando un’amichevole contro il Real Madrid al Bernabeu, e sono entrato dalla panchina. Guadagniamo una punizione dal limite dell’area e io mi avvicino al pallone. Ma sì, perché no?! Beh, indovinate chi c’era dietro di me a dirmi: “No, no, no. La batto io.” Materazzi! Quel gran bastardo! Ahahahahhahaha! Potevo a malapena capire che mi stava dicendo, perché ancora non parlavo italiano. Ma ho capito che gli rodeva. “No, no, no!” La voleva battere lui. Poi è intervenuto Seedorf e ha detto: “No, lascia tirare il ragazzino”. Nessuno discute con Seedorf. Quindi Materazzi si è fatto da parte e la cosa divertente è che se guardate il video, potete vedere Materazzi con le mani sui fianchi che pensa: Questo ragazzino del cazzo sicuro la manda in curva!!! La gente mi chiede tutto il tempo di quel calcio di punizione. Come? Come, come, come? Come hai fatto a calciare il pallone così forte? E io gli rispondo: Sai che non lo so! L’ho colpita di sinistro e Dio ha fatto il resto!” BOOOM! All’incrocio. Non lo so spiegare. So solo che è successo".

 

C’è un coro che mi cantavano a San Siro che ancora mi fa venire la pelle d’oca. 'Che confusione, Sarà perché tifiamo, Un giocatore, Che tira bombe a mano, Siam Tutti in piedi per questo brasiliano, batti le mani, che in campo c'è Adriano'. Cavolo, dai. Un ragazzo della favela come me? Sono l’Imperatore d’Italia? Non avevo fatto quasi niente e tutti mi trattavano come un re. Era fantastico. Mi ricordo quando tutta la mia famiglia veniva a trovarmi da Rio, stiamo parlando di 44 persone! Cugini, Zie, Zii! I miei amici! Su quell’aeroplano c’era tutto il vicinato. La voce era arrivata anche al Presidente. Il Signor Moratti (la leggenda!). E il Signor Moratti ha detto: “Ehi, questo è un momento speciale per il ragazzo, prendiamo un pullman per la sua famiglia”. Moratti ha fatto noleggiare un intero pullman dai suoi collaboratori. Vi immaginate 44 brasiliani in gita in Italia?! Ahahahah! Uno spettacolo. È stata una festa. Questo è il motivo per cui non parlerò mai male di Moratti o dell’Inter.

 

La mente di Adriano ritorna poi al 4 agosto 2004: "Ero tornato in Europa con l’Inter. Mi chiamano da casa. Mi dicono che mio padre è morto. Un infarto. Non mi va di parlarne, ma vi dico che da quel giorno, il mio amore per il calcio non è stato più lo stesso... non ce l’ho fatta. Sono caduto in depressione. Ho iniziato a bere tanto. Non avevo voglia di allenarmi. L’Inter non c’entra niente. Io volevo solo andare a casa. Se devo essere onesto, anche se ho segnato tanti gol in Serie A in quegli anni, anche se i tifosi mi amavano davvero, la mia gioia era svanita. Era mio padre, capite? Non bastava spingere un bottone per tornare me stesso".

 

Nel 2008, era l’epoca di Mourinho all’Inter, la situazione era diventata insostenibile. I giornalisti mi seguivano ovunque e con Mourinho era tutto un: “Che cazzo! Vaffanculo! Vuoi fottermi, vero?”. Ho detto, Oh Signore. Portami via da qui. Non ho resistito. Mi hanno convocato in nazionale e prima di partire Mourinho mi dice: “Non torni più, vero?!” Gli ho detto: “Già lo sai!” Biglietto solo andata. La stampa alle volte non riesce a capire che siamo degli esseri umani.

 E per questo devo ringraziare ancora una volta il Signor Moratti, perché è sempre stato d’accordo in tutto. Mi ha lasciato il mio spazio perché sapeva cosa stavo passando. Ho fatto avanti e indietro dall’Italia al Brasile per un po’. Ma alla fine, non potevo mentire a lui. Moratti un giorno mi ha chiamato e mi ha chiesto: “Come ti senti?” E lui ha capito la situazione. Completamente. Mi ha lasciato andare serenamente. E gli sarò sempre grato per questo. “Adriano rinuncia ai milioni per andare a casa” Sì, forse ho rinunciato ai milioni. Ma l’anima ha davvero un prezzo?  Non mi drogavo. Bevevo? Certo che sì, Ammazza se bevevo. Alla salute.Credo che la mia pipì sia torbida come la Caipirinha! Quando sono tornato a casa per giocare con il Flamengo, non volevo più essere l’Imperatore. Volevo essere Adriano. Volevo divertirmi ancora. E diciamo che ci siamo divertiti".


Tags: adriano inter moratti

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