Tennis: il serve-and-volley sarà morto dopo Roger Federer?

Che fine ha fatto la varietà di gioco che ha fatto la storia del tennis? Roger Federer è davvero da considerarsi l'ultimo alfiere del gioco d'attacco serve-and-volley? Il tennis sta andando davvero, o forse già lo è, verso l'uniformazione degli stili e dell'essere tutti uguali dei giocatori? A queste domande a provato a rispondere con un interessante editoriale il sito specializzato www.tennisworldusa.org

Non è insolito per le persone glorificare il passato attraverso il confronto con il presente. Nel tennis ci sono molti che lamentano la morte del gioco serve-and-volley. Una decina di anni fa c'erano diverse superfici di gioco che favorivano sia l' attacco che la difesa, il gioco è stato altamente imprevedibile. Sono finiti i giorni in cui i quattro diversi tornei del Grande Slam erano così suddivisi: le superfici più veloci di Wimbledon e gli US Open favorivano l'offensivo serve-and-volley mentre i più "lenti" campi degli Australian Open e dell'Open di Francia privilegiavano i giocatori da fondo campo.

Con l'evoluzione delle racchette e della tecnologia, il gioco è diventato più fisico, favorendo le risposte aggressive e la fisicità dei giocatori. Secondo l'ex numero 1 Atp, Pete Sampras: "Ora tutti giocano allo stesso modo, ci sono solo quattro o cinque ragazzi che sono molto meglio rispetto al resto. Federer ha un po'  più di varietà, gli altri restano incollati sulla linea di fondo e tirano forte e basta".

In questi tempi non è raro vedere più di 20 scambi in un punto che finisce quasi sempre con l'errore e non con un colpo vincente. Djokovic e Nadal, entrambi utilizzano questa strategia contro Federer. Il gioco è diventato più di tecnica che di ingegno.

Roger Federer ha detto che questo sistema favorisce i migliori giocatori che avanzano sempre verso le finali: «L'obiettivo è proteggere i migliori tennisti per essere sicuri di averli in semifinale in tutti i tornei. Ma è la cosa migliore per il tennis? Non sono sicuro". Ad avvalorare la tesi del renano il fatto che nelle ultime 36 finali dello Slam, solo Juan Martin Del Potro (vittoria agli US Open 2009) e Stanislas Wawrinka nell'ultimo Australian Open vinto hanno rotto l'incantesimo dei Fab Four.