Del Potro non vuol fermarsi: Voglio avvicinarmi ai top-player

Del Potro ha scelto di rientrare nel torneo Atp 250 di Delray Beach, sul cemento, lo stesso luogo dove dodici mesi fa era cominciata la sua terza vita sportiva. Allora erano più le incognite che le certezze per l'argentino: non sapeva davvero come avrebbe risposto il polso sinistro, operato tre volte tra il 2014 e il 2015, né al primo test contro lo statunitense Denis Kudla né tanto meno alle sollecitazioni successive, lui che si ripresentava nel circuito da numero 1041 Atp dopo aver perso quasi tutta la stagione precedente causa intervento chirurgico. Raggiunse la semifinale in Florida, un anno fa, e dà lì venne la prima iniezione di fiducia dopo aver anche seriamente pensato al ritiro durante il lungo e sofferto stop. Nel 2016 ha dimostrato di essere davvero tornato competitivo (adesso è numero 42 del ranking mondiale). Si è messo al collo l’argento alle Olimpiadi di Rio (seconda medaglia ai Giochi dopo il bronzo a Londra 2012), è tornato a vincere un torneo Atp – a Stoccolma, il 19esimo per lui su 27 finali disputate – a quasi tre anni dall'ultimo trofeo messo in bacheca (Sydney 2014), ed è stato determinante nella conquista dell’Insalatiera d’Argento, dopo che la nazionale albiceleste aveva collezionato solo magoni nelle precedenti quattro finali perse. Ma soprattutto Delpo ha battuto tutti gli altri big del circuito, fatta eccezione per Roger Federer, anch’egli a lungo ai box lo scorso anno. Ha sconfitto Novak Djokovic e Rafa Nadal proprio a Rio, ma anche Andy Murray nella semifinale di Davis a Glasgow, e pure Stan Wawrinka a Wimbledon, senza citare gli altri vari top10 messi sotto nel 2016. Alla vigilia di Delray Beach dove debutterà contro Kevin Anderson Del Potro dice : “Ho fatto cose nuove, come ad esempio praticare yoga ogni settimana. Mi sento in buona forma per questo torneo e spero di essere al 100% per tutta la stagione. Sono molto felice di quanto ottenuto lo scorso anno. Nel 2016 ho giocato soltanto 12 tornei e ho finito nella top 40. Il 2017 è una grande sfida perché se potrò giocare 20 tornei, avrò la possibilità di continuare a scalare la classifica e di avvicinarmi quanto più possibile ai top player. Quando gioco negli Stati Uniti, in Europa o in Asia, mi sento come se disputassi un torneo a casa perché tanta gente viene ad assistere ai miei incontri. E non si preoccupano del risultato, se cioè vinco o perdo: vogliono vedermi giocare a tennis e questo è davvero importante per me”