Mazzocchi scatena la bufera: Perché tanti colleghi godono del caso-Juve?

Sta seguendo come tutti il terremoto giudiziario che ha colpito la Juventus ma Marco Mazzocchi prova  a non farsi prendere dall'emotività. Il giornalista della Rai attacca i colleghi e scrive su twitter

I giornalisti hanno il dovere di essere super partes. Notizie sì. Opinioni sì. Ma imparziali! Sul caso Juventus, leggo invece tweet di colleghi che sembrano godere di quanto stia accadendo e probabilmente accadrà. Non informando ma "provocando". Non ci facciamo bella figura. Io non so cosa sperino. La situazione è delicata; le dimissioni di massa in CDA alla vigilia dell'esplosione del caso lo confermano.  Non ho certezze (chi le ha?) ma l'impressione è che la Procura li elementi li abbia. Detto ciò, i giornalisti (imparziali) non dovrebbero goderne. Sentenze non ne darei mai. Ci mancherebbe. Ma tutto questo non finirà oggi. Continuerà per giorni fino alla decisione del GUP e, semmai, fino alla sentenza. Anche dopo la sentenza. Qualunque essa sia. Per questo i giornalisti non devono partecipare o aizzare "risse" da social.

Fioccano le reazioni: "Negli ultimi 20 anni è la societa coinvolta in più illeciti di tutte le altre messe insieme. In un paese serio, sarebbero stati radiati da un paio di decenni..", oppure: "Il vaso di Pandora va scoperchiato nella sua totalità, non selettivamente dietro le pressioni politiche e finanziarie, e se lo facessimo credo che scopriremmo molto marcio anche in altre società. Non sia ingenuo, o in mala fede…"

C'è chi scrive: "Purtroppo in Italia da molti anni l'imparzialità si è arresa al tifo. Con buona pace della deontologia professionale" e anche: "C'è sempre la bruttissima abitudine di fare i processi in piazza. Poi nel caso di assoluzioni tanto il fango resta e anche la disinformazione fatta prima. Male male il giornalismo italiano ma non da oggi da sempre"

Infine la replica di Paolo Ziliani, che della categoria di chi gode dei guai Juve fa parte: "Essere contenti che chi delinque nel calcio, inquinandolo e rovinandolo, sia finalmente chiamato a rispondere delle proprie malefatte è il minimo. Prima come cittadino, poi come giornalista. È aver fatto finta di niente per decenni che è una vergogna. Specie per il giornalista"