28/04/2022 15:13
Il tam-tam nelle redazioni era cominciato prima di ora di pranzo: i primi sussurri parlano della morte di Mino Raiola, ma nessuno si azzarda a scriverlo. Alle 13.15 circa la notizia la dà il tg7 di Enrico Mentana, sdoganando così tutti gli alti media che rilanciano la cosa. Mino Raiola sarebbe morto a 54 anni dopo una brutta malattia che stava combattendo da mesi. In breve tutto il mondo dei media, anche all'estero, scrive della scomparsa del procuratore di Ibra, Pogba, Balotelli e tanti altri big prima che Zangrillo, il suo medico personale, non smentisca tutto.
Raiola è grave ma è vivo. E lo stesso Mino lancia un tweet ironico per confermare di essere ancora lì, a combattere con la sua malattia ma vivo.
Sui social parte la caccia al colpevole. Tutti, sicuramente, ma soprattutto chi ha lanciato per prima la notizia. E' Fabio Ravezzani a fare nomi e cognomi:
Raiola è in condizioni gravissime da giorni, ma qualcuno lo ha dato morto troppo presto per il puro gusto di arrivare primo, la7. Enrico Mentana si è chiesto che tipo di direttore fossi, pubblicando una mia foto in cui mi divertivo a fare la moviola umana con mimmopesce. Ecco, io sono il tipo di direttore che non fa dare la notizia (sbagliata) di un personaggio pubblico morto solo per arrivare primo
Fioccano le reazioni: "Credo che Mentana dovrebbe dimettersi o essere cacciato. Ha causato un danno gravissimo a Raiola e alla sua famiglia diffondendo una fake news condivisa da tutto il mondo" oppure: "La carriera di Mentana dovrebbe terminare oggi" e ancora: "67 anni suonati ed è ancora lì a fare “ maratone”, ostentando una immaginaria superiorità rispetto agli altri. Meglio i direttori allegri e onesti che i professori con manie di “celodurismo”" e poi: "Raiola non è morto, anche il giornalismo italiano non sta benissimo" e infine: "Forse con il caso Raiola è chiaro che il sistema tutto velocità delle notizie è fallimentare e pericoloso."