Biasin non ha pietà di Dybala e scatena la bufera social

C'è la crisi, non si possono fare acqusti onerosi, c'è necessità di ridure gli stipendi eppure tutte queste direttive emerse nel calcio post-covid non valgono per tutti. Certamente non per il Psg, che non si fa problemi di ingaggi ma secondo Fabrizio Biasin neanche per molti giocatore che continuano a ragionare come due anni fa. Il giornalista del quotidiano Libero parte dalla trattativa per il rinnovo di Dybala e su twitter scrive

Il fatto che un giocatore possa pretendere aumenti sostanziosi non per una questione di “meriti acquisiti”, ma solo perché il suo contratto si avvicina alla scadenza, è esattamente il motivo per cui il calcio sta andando (è andato) a schiantarsi. Vale per Dybala, vale per tutti

Fioccano le reazioni sui social: "Quando aboliremo il cartellino del giocatore e ci si scambierà solo il suo servizio (stipendio), risolveremo tutti i problemi" o anche: "Finché ci sarà qualcuno chi vuole realizzare un plusvalore non tecnico dallo spostamento di giocatori, ci teniamo queste conseguenze" oppure: "L'ultima stagione Dybala che ha fatto? Se voleva un maxistipendio poteva convincere sul campo, invece è praticamente fuori da un anno" e ancora: "Forse c'è una squadra che si è ribellata a questi ricattatori... E che per questo è stata anche a lungo perculata, come se la soluzione fosse sempre e solo dire sì a richieste folli, fuori da ogni logica...".

C'è chi osserva: "Se tu valuti Dybala 100 milioni, è ovvio che quello vuole un ingaggio adeguato a uno che vale 100 milioni. Rugani per dire non pretenderebbe mai 10 milioni l'anno. Perché dare la colpa solo ai calciatori? E i club? E le loro assurde plusvalenze che hanno drogato i bilanci?" e infine: "Non "pretende". Chiede. Come fanno tutti i giocatori del mondo. Poi ci si può accordare o meno. Si chiama mercato, e vale anche per ragionieri o shampiste che cambiano datore di lavoro, o restano"