“Non mi aspettavo assolutamente un crollo del genere. Sapevamo che la squadra non poteva essere competitiva con l’Inter sul lungo periodo, ma da questo a perdere tanti punti e spesso banali o con squadre abbordabili ce ne passa. Pensavo sarebbe riuscita a dare più fastidio all’Inter”. Angelo Di Livio, doppio ex della sfida di stasera tra Juve e Fiorentina, mette il dito nella piaga dei problemi dei bianconeri:
“Dopo aver perso a Milano contro l’Inter ha capito che non ci sarebbe stata storia, che non c’era niente da fare. Però è comunque un peccato che si sia afflosciata così: nel girone d’andata non aveva giocato un calcio entusiasmante ma aveva comunque ottenuto buoni risultati. Poi ha perso autostima e voglia di far solletico all’Inter. Senz’altro il motivo del crollo è stato mentale, con Allegri che forse non è stato bravo a capire che doveva spronare di più la squadra e invece tutti hanno un po’ mollato psicologicamente”.
Sotto accusa anche Vlahovic e Chiesa
“Sono ancora preda di alti e bassi, che impediscono anche ai loro compagni di ‘viverli’ come punti fermi. Entrambi sanno che per giocare a certi livelli devono diventare dei ‘martelli’, ma ancora non hanno fatto questo salto. Sarebbe ora che cominciassero ad essere i leader della squadra, insieme a Danilo e Bremer: devono diventare bravi a trascinare il gruppo con atteggiamenti sempre positivi, altro che sbuffi o sbracciate…”.
Dopo un elogio a Cambiaso (“E’ il nuovo Torricelli. E’ arrivato alla Juve da sconosciuto, e come Moreno ha dimostrato personalità, maturità e continuità di rendimento. Penso che sarà uno dei fondamenti anche della Juve futura: è giovane, ha margini di miglioramento e ha già fatto vedere voglia, attaccamento, serietà e grande applicazione”) l’endorsment per Allegri
“Ci andrei piano a crederlo. Se otterrà i risultati chiesti dalla società, la coppa Italia e un posto in Champions, avrà fatto un lavoro soddisfacente e avrà molte possibilità di restare”.
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