Il bagno di folla, la felicità della gente, l’affetto dei tifosi e la gratitudine di un’intera città, del presidente, della squadra. Neppure la giornata dalle emozioni forti, in cui il Napoli ha celebrato la conquista del suo quarto Scudetto, sembra aver convinto Antonio Conte a fare un passo indietro. Il tecnico salentino pare intenzionato a tornare alla Juventus, da cui si separò improvvisamente – e bruscamente – nell’estate del 2014, per cominciare l’ennesima impresa da “ricostruttore” della sua carriera: raccogliere una Juve sì in Champions, ma da rifondare, e renderla di nuovo grande.
Ma per quale motivo un allenatore amatissimo da squadra, tifosi e ambiente ha scelto di accomodarsi su una vettura dal motore ingolfato e non su una fuoriserie da Scudetto, pronta ad attrezzarsi adeguatamente per un’avventura in Champions da protagonista? Sono in tanti a chiederselo, al di là dell’affetto e della simpatia di Conte per i colori bianconeri: la Juventus è pur sempre la squadra in cui l’ex enfant prodige del vivaio del Lecce è diventato grande da calciatore, è anche quella dove ha colto i maggiori successi da tecnico, dopo una carriera spesa in provincia. E non sono pochi quelli che, anche attraverso corposi editoriali – da Condò sul Corriere della Sera a Bocca su Repubblica – non lesinano critiche al tecnico. Che, non adrebbe dimenticato, di fatto sembra pronto a “stracciare” un contratto firmato meno di un anno fa con la società partenopea, di durata triennale.
Un ritorno all’ovile che Conte è pronto a fare nonostante la volontà contraria della famiglia, dello staff, degli stessi calciatori azzurri che fino all’ultimo hanno provato a dissuaderlo. E spunta un retroscena, su questa decisione del tecnico. Lo ha rivelato il procuratore di Politano, Mario Giuffredi. “Per me Conte ha deciso di andare via il primo febbraio, non oggi. Lui sta benissimo a Napoli, ama questa città, si è trovato a lavorare benissimo con tutto ciò che circonda il Napoli. Secondo me ha deciso di andarsene a febbraio perché nella sua testa si è fatto delle idee, chi conosce il mister sa che una volta che ha un pensiero va dritto per la sua strada perché ormai l’ha consolidato. Per gli acquisti che sono stati fatti, da De Bruyne a Marianucci, non è stato neanche coinvolto e messo al corrente. La società ha un suo pensiero e lo ha portato avanti. Chi vive Conte e vive il Napoli si è reso conto che sarebbe potuto andare via, per cui è stata tracciata una strada a prescindere dal suo futuro ed è stata portata avanti”.
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