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Finale di Champions League: per la prima volta ci saranno tre giocatori ex sovietici

La finale di Champions League 2025, in programma sabato 31 maggio all’Allianz Arena di Monaco di Baviera, sarà ricordata – almeno nei paesi dell’ex Unione Sovietica – anche per un curioso primato storico: per la prima volta nella storia della competizione, saranno presenti contemporaneamente ben tre calciatori provenienti dai territori dell’ex URSS. Un traguardo simbolico che riflette il peso crescente di quest’area geopolitica nel calcio europeo d’élite.

Un trio mai visto prima

I tre protagonisti arrivano da tre Paesi diversi e si affronteranno nell’attesissima finale fra Inter e PSG: Henrikh Mkhitaryan, esperto centrocampista armeno ormai colonna dell’Inter di Inzaghi; Khvicha Kvaratskhelia, fuoriclasse georgiano esploso prima al Napoli e ora stella del Paris Saint-Germain; e Matvey Safonov, portiere russo arrivato a Parigi tra grandi aspettative ma che non è riuscito a superare Donnarumma nelle gerarchie. Il precedente record era di due giocatori ex sovietici: nel 2003 e poi nel 2005 con Shevchenko (Ucraina) e Kaladze (Georgia), entrambi in forza al Milan di Ancelotti, e nel 2004 con Alenichev (Russia) e Jankauskas (Lituania), trionfatori con il Porto di Mourinho.

Sebbene la presenza contemporanea in campo di tutti e tre appaia molto difficile – con Safonov relegato al ruolo di secondo portiere, dopo una dura lotta per la titolarità nella prima parte di stagione – la loro convocazione ufficiale basta a scrivere una nuova pagina nella storia della Champions per il calcio dell’Europa dell’Est. Kvaratskhelia e Mkhitaryan, salvo imprevisti, saranno titolari in un match che potrebbe segnare la consacrazione definitiva del georgiano, già diventato in pochi mesi uno dei leader del PSG e candidato (silenzioso, ma credibile) al prossimo Pallone d’Oro.

Esperienza, ambizioni e sogni da scrivere a Monaco

Tra i tre, Mkhitaryan è certamente il più esperto: ha già disputato una finale di Champions (nel 2023, persa contro il Manchester City) e ha in bacheca due trofei europei, l’Europa League vinta nel 2017 con il Manchester United e la Conference League del 2022 conquistata con la Roma. Il suo contributo a centrocampo sarà cruciale per l’Inter, che punta a completare il ciclo vincente sotto la guida di Simone Inzaghi.

Tutti gli occhi però saranno puntati su Kvaratskhelia, il più giovane e il più atteso. Dopo aver fatto impazzire Napoli, è riuscito subito a imporsi anche a Parigi: le sue giocate, decisive anche in Champions, lo hanno proiettato tra i top player del calcio europeo. E ora sogna di lasciare il segno anche nella notte di Monaco.

Una cosa è certa: la finale di quest’anno sarà anche un po’ caucasica e post-sovietica. Un piccolo, grande segnale dei tempi che cambiano.

 

Alberto Farinone

Redazione Sportevai

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