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Milan, Fonseca: non torno indietro, faccio ciò in cui credo

Sa benissimo di giocarsi la faccia e la panchina, anche se ufficialmente nessuno gliel’ha detto. Paulo Fonseca sta vivendo i giorni più agitati di tutta la sua carriera da allenatore. L’avvio choc in campionato, l’illusorio 4-0 al Venezia e poi la disfatta col Liverpool hanno messo il Milan di fronte a un bivio già alla quinta giornata. E per giunta nel derby. Il tecnico portoghese si dice pronto alla sfida.

Fonseca tra frustrazione e voglia di riscatto

Il tecnico portoghese dice: “C’è frustrazione ma anche consapevolezza che dobbiamo far meglio. Partiamo per giocare contro una squadra molto forte ma può essere importante per noi, a me piace vedere le cose positive e se facciamo una buona partita possiamo vincerla. Non penso al mio esonero, mi concentro sul mio lavoro e a preparare i miei giocatori per domani. La squadra e la gara sono le cose importanti”.

Fonseca e il rapporto con Ibra

Ibra a Milanello ha ribadito le sue competenze ed ha parlato con Fonseca e con la squadra: “Ho sempre sentito fiducia da parte della società e non è cambiato niente ora, capisco la  curiosità che avete quando viene Zlatan ma non vi dico quello che ci diciamo, è stato qui come è capitato altre volte. Dalla società ho avuto tutto per formare una squadra fortissima anche se non lo siamo ancora

Si vede poco dell’idea di calcio che Fonseca aveva in mente: “Non voglio cercare scuse, voglio affrontare col lavoro quello che sta succedendo. Posso dire che abbiamo buoni momenti ma ci manca la continuità. Vedo però una crescita continua. Cosa non rifarei? Io faccio quello in cui credo e continuo a lavorare in quello in cui credo. Io arrivo con fiducia a questa partita. Quando sentiamo che i giocatori sono tristi è un conto ma mi piacerebbe che vedeste gli allenamenti. Questi tre giorni di lavoro sono stati fantastici. Per questo ho fiducia nel futuro, questa è la verità”.

Dal punto di vista tattico Fonseca sa che di fronte ci sarà uno squadrone: “Abbiamo preparato la partita in funzione degli avversari ma una cosa non la so fare: dare la palla agli avversari. Vogliamo dominare. Non abbiamo testa, cuore e organizzazione? Per vincere dobbiamo fare meglio di loro, solo così possiamo battere l’Inter. Qui in Italia non si valorizza tanto il gioco ma si pensa solo al risultato. Mi hanno voluto qui per cambiare e io continuo a credere che dobbiamo avere di più la palla e pensare a giocare un calcio offensivo”.

Fonseca ha visto l’Inter contro il City ma non ne vuol parlare (“di parlar bene dell’Inter non mi va”) L’Inter ha tanti leader, il Milan li ha? “Non voglio individualizzare. Quando non si vince, ci sono scuse e questa dei leader è una scusa. Noi abbiamo giocatori leader, che fanno bene questo ruolo. Dobbiamo avere la palla domani, quando non ce l’abbiamo dobbiamo recuperarla subito. Non siamo obbligati a difendere bassi. Nei primi 20 minuti contro il Liverpool abbiamo avuto una squadra corta, compatta. Si parla tanto di Leao che non difende, ma Leao era lì a difendere. Dobbiamo giocare così. L’Inter è una grande squadra”.

Fabrizio Piccolo

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