“Juan Jesus è un bimbominchia e un buffone”. Fabrizio Corona spara a zero sul difensore del Napoli in merito al caso-Acerbi. Il re del gossip – accanito tifoso dell’Inter – scrive sul sul sito di riferimento, dillingernews, e prende posizione in favore del difensore nerazzurro
Corona ha prima ricordato quanto accaduto in Champions nella partita tra Inter e Atletico Madrid, dicendo: “i giocatori nerazzurri sono stati massacrati letteralmente di botte e non sappiamo nemmeno quali parole fuori luogo siano state loro rivolte. E alla fine della partita Thuram, stanco, gli ha dato la cosiddetta strizzata di co… a Savic. Alla fine della partita, nonostante la sconfitta, abbiamo visto le immagini di loro due che si abbracciavano, ridevano e scherzavano. Non c’è stata alcuna polemica in campo”.
Poi ha aggiunto: “Acerbi è un giocatore atipico. La sua carriera si è completamente rinnovata negli ultimi tre anni: da scarto e rimpiazzo, acquistato all’ultimo, grazie al suo carattere e alla sua serietà (è l’unico che non fa una vita mondana e che pensa soltanto al calcio e che è passato attraverso il più grande dolore della vita, ovvero la sconfitta di un tumore) è diventato un giocatore che affronta le partite con passione e cattiveria. Usa un po’ lo stile inglese nel suo calcio ed è da lì che nasce il coro della curva dell’Inter “Acerbi spaccali tutti”.
Infine l’affondo contro Juan Jesus: “In una partita di calcio si litiga e se ne dicono tante. Gli ha detto negro? Ha sbagliato. Gli ha detto nero? Juan Jesus è nero. Ma se poi alla fine della partita te lo abbracci, ci ridi e ci scherzi, come era successo nel caso di Thuram, e poi vai a fare un post su Instagram sei un bimbominchia che cerca attenzioni e popolarità. Noi che all’Inter ti abbiamo regalato un sacco di soldi, ci hai fatto disperare e abbiamo evitato di insultarti, perché siamo dei signori. Ma la domanda è questa: reputati il gesto così grave? Sei sicuro? Allora prenditene e vattene dal campo come ha fatto Mike Maignan, altrimenti sei solo un buffone. Viva Acerbi. Il campo è il campo”.
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