Motogp: Trionfa Lorenzo a Barcellona, Marquez è ko

Il poker di Lorenzo nel giorno della resa di Marquez. Il pilota della Yamaha centra il quarto successo di fila, trionfando nel Gp di Catalunya mentre il campione del mondo (quasi ex, ormai) incappa nella seconda caduta clamorosa, che lo estromette dai giochi e di fatto lo allontana probabilmente per sempre dalla possibilità di confermarsi leader di un motomondiale che sembra affare privato tra Lorenzo – che mai aveva centrato in carriera quattro vittorie di seguito - e Rossi, oggi secondo. Spettacolo e divertimento al Montmelò dove tutti aspettavano la conferma delle Suzuki, dopo la prima fila di ieri del poleman Aleix Espargaro e di Vinales, e che invece ha confermato il magic-moment di Lorenzo. Partenza indovinata, sorpasso riuscito e strada spianata verso il successo dopo soli tre giri quando Marquez, che lo tallonava, ha commesso un gravissimo errore finendo fuori pista, sulla ghiaia, e ritirandosi poco dopo. I colpi di scena però non sono finiti qui perché anche Dovizioso, che s’era ritrovato secondo, è caduto ed è uscito di scena, come Pol Espargaro. Solo al quinto giro è pertanto iniziata una nuova gara con le due Yamaha a fare il vuoto, le Suzuki staccate da subito e Lorenzo a fregiarsi anche di un nuovo record: battuto il primato di Casey Stoner di 88 giri consecutivi in testa, ottenuto in 4 Gp. Successo finale dello spagnolo sul compagno di scuderia – che negli ultimi giri ha provato invano il sorpasso rosicchiando parecchi decimi fino all’ultimo giro - e ora Lorenzo è a solo un punto in classifica generale (138 a 137) da Valentino per quello che si preannuncia il vero duello stagionale. Un trionfo Yamaha che con oggi ha vinto 6 Gp su 7 nei confronti della Honda. Approfittando delle tre cadute dinanzi a lui si è così ritrovato terzo Pedrosa che ha difeso il podio dai tentativi di Aleix Espargaro, che a 4 giri dalla fine è caduto finendo la sua gara. Quarto Iannone che ha vinto il suo personale duello su Smith, sesto Vinales davanti a Redding, ottavo Bradl su Petrucci. Stefano Grandi