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Ventura si presenta: Bravo Conte ma il suo gioco si può migliorare

19/07/2016 15:57

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Diciassette giorni dopo le lacrime di Buffon e Barzagli e gli applausi a metà per l'eliminazione a Euro 2016 dell'Italia, si cambia definitivamente pagina. Antonio Conte è già il passato, sta allenando il Chelsea e dall'azzurro è passato al Blues. Il presente ha la faccia tonda di Giampiero Ventura e almeno somaticamente e come carattere l'impressione immediata è che il cambiamento sia totale. Grintoso e “cattivo” Conte, pacioso Ventura: tecnico giovane l'ex juventino, 68 anni per l'ex Toro. La speranza è che però l'Italia non cambi troppo, almeno nella personalità, rispetto a quella vista in Francia. Nel suo primo giorno da ct Ventura si presenta nell'aula magna di Coverciano con la divisa federale d'ordinanza, camicia e cravatta blu. Dopo 20 anni nei club, con un settimo posto al Torino come miglior risultato, per lui è la grande occasione della vita. Scontate le prime parole condite di “sono orgoglioso, sono più felice che emozionato, ringrazio Conte che mi ha lasciato una squadra con la cultura del lavoro”, il neo-ct sa che il compito è diverso da quello di un tecnico di club. Si riparte inevitabilmente da quanto fatto dal suo predecessore: “Attraverso l'unione si possono raggiungere risultati importanti, lo abbiamo visto. Guardiamo il Belgio, era fortissimo ma era tutto fuorchè una squadra. Qui c'è la possibilità di ritagliarci uno spazio da protagonisti. C'è stato un grande riavvicinamento nei confronti della maglia azzurra e questo dobbiamo preservarlo”.

I PERICOLI – L'eredità di Conte è bella ma pesa: “Il problema attuale del calcio italiano è evidente, i giocatori sono pochi. Ci sono giovani in rampa di lancio ma non bisogna bruciarli. Il tempo a disposizione è poco per cui la base di partenza sarà inevitabilmente quella dell'Europeo, cambiare adesso non si può ma più in là intendo dare spazio anche ai giovani”. Sulla tattica Ventura ha una sua idea: “In Italia ora abbiamo tanti esterni, da El Shaarawy a Bonaventura, e il 3-5-2 è un modulo che penalizza gli esterni. Ora dobbiamo pensare prima alle qualificazioni e rischiare di cambiare adesso non si può, ci vuole pazienza ma sarebbe un peccato non sfruttare questa infornata di qualità. Il mio gioco non si avvicina né a quello di Conte né a quello di Prandelli: paga solo se si fa bene. Il gioco di Conte è stato importante ma parto dall'idea che si possa anche migliorare. Quando c'è un calcio organizzato si può migliorare nei dettagli per fare non bene ma benissimo”. Ventura si augura che Barzagli resti in azzurro (“ci farebbe comodo ma è chiaro che tra 4 anni non possiamo pensare che sia ancora un giocatore importante, può dare però a quelli dietro la possibilità di crescere e penso a Romagnoli ad esempio”), che Pellè in Cina non si perda e non sfugga ai radar (“deve essere forte caratterialmente e psicologicamente per avere la fame dentro, quando Diamanti è andato in Cina, ad esempio, ha perso la Nazionale pur avendo tanta qualità. E' da verificare ma al di là del rigore sbagliato con la Germania era reduce da un torneo importante”) e assicura al cronista spagnolo che il catenaccio non sarà il marchio di fabbrica della sua Italia: “Sono andato a vedere Francia-Albania e dico che la Francia quando non aveva la palla aveva 11 giocatori sulla propria trequarti. Stava facendo catenaccio o no? Oggi c'è stata una grande evoluzione nel calcio, tutti in possesso palla oggi hanno tanti uomini pronti a riportare. Si tratta di leggere spazi e tempi giusti ma questo non è catenaccio, lo fanno tutti”.

I NOMI – Ventura non vuole sbilanciarsi sui possibili nomi nuovi, cita Bonaventura, Berardi, gli infortunati (“Marchisio, Verratti ma anche Perin e Donnarumma sono giocatori importanti”) e aggiunge: “I giovani hanno solo l'obbligo di crescere per poter poi far parte di una nazionale vincente in futuro. Balotelli? E' come tutti gli altri: se gioca e fa il professionista verrà considerato. Tecnicamente è un giocatore importante, dal punto di vista caratteriale e di comportamento a volte ha lasciato a desiderare. Nel Milan non ha giocato, il Liverpool non lo vuole confermare, è sintomo che ha qualche problema. Lui è uno che quando in quelle poche-tante volte ha fatto il calciatore ha fatto bene, ma in quelle tantissime volte che non l'ha fatto ha lasciato a desiderare. Sarà il campo a parlare”.

LA CARRIERA – C'è chi si domanda come mai Ventura non sia arrivato prima ad una panchina importante e chi esprime perplessità sull'aver affidato l'Italia a chi non ha vinto niente in carriera: “Se parliamo di campionati o coppe è impossibile vincere se non alleni le 5 squadre più forte, sfido chiunque a vincere qualcosa allenando Samp, Udinese o Cagliari. Se vincere significa valorizzare giocatori di 20 anni e mandarli in Nazionale, se vincere significa avere 150 milioni di plusvalenza con piccoli club ecco queste sono le mie vittorie. Il mio stipendio? Non guadagno un euro in più rispetto a quanto guadagnavo col Torino, la Figc furbescamente ha rilevato il contratto che avevo coi granata”.

LE PAROLE DI TAVECCHIO - A presentare Ventura è stato il presidente Tavecchio: “Agli Europei abbiamo recuperato un patrimonio etico importante, un grande entusiasmo, siamo stati i più osservati sui social. Siamo stati ad un nonnulla da fare ancora meglio, ringrazio Conte che ha dato un'immagine di assolutà novità da quando lo abbiamo chiamato, ed ha dato un senso del sacrificio e del rispetto della squadra. Ventura è un maestro di calcio, non è stata un'opzione in questi mesi. Io sapevo da mesi che Conte avrebbe lasciato ed ho sempre pensato a Ventura come ct. Quando una persona arriva a dirigere una nazionale di calcio come l'Italia abbia raggiunto il top della carriera. Siamo lieti di consegnargli una squadra, una bandiera, una prospettiva nella quale dovrà esporsi in prima persona. Avrà carta bianca, non ci saranno interferenze federali, lo staff se l'è scelto lui e le persone che servono gli saranno concesse. Dal 1 settembre faremo sul serio, gli auguro un felice esordio”.


Tags: italia ventura conte

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