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Totti come Juliano e Pulici, la bandiera chiude la carriera lontano?

21/02/2016 11:31

Totti come Juliano e Pulici, la bandiera chiude la carriera lontano? |  Sport e Vai

Capitò ad Antonio Juliano, storico capitano del Napoli negli anni 60 e 70, recordman di presenze in campionato con la maglia azzurra (394), che dopo 16 stagioni da bandiera partenopea per un diverbio con il presidente Ferlaino a 35 anni, nel 1978, andò a chiudere la carriera al Bologna. Capitò a Paolino Pulici, una vita solo granata col Torino, ma defenestrato da Moggi a 30 anni e costretto a chiudere la carriera con la maglia della Fiorentina dopo una vita da gemello del gol al Toro. Potrebbe capitare anche a Totti? Lo sfogo clamoroso del n.10 della Roma, che ha scelto la ribalta del Tg1 delle 20 per esternare tutto il suo disappunto e la sua amarezza alla vigilia di una gara importante come quella col Palermo, lascia aperti tanti orizzonti. Il capitano giallorosso è stato scientifico nell’utilizzare parole e concetti, con messaggi pubblici recapitati a Spalletti e alla società. A 40 anni non è più il Totti di qualche anno fa ma non si sente e non vuol sentirsi né un peso né un ciondolo. Lui è Francesco Totti, il campione che nel bene e nel male ha rappresentato la Roma degli ultimi 4 lustri, quello che all’estero adorano e omaggiano. Ma di sentirsi un’icona e basta Totti non ne può più. Se con Garcia, almeno prima dell’infortunio e comunque soprattutto l’anno scorso, aveva ancora un ruolo da protagonista, quest’anno prima per problemi fisici e poi con l’arrivo di Spalletti per lui non c’è stato quasi più spazio. L’allenatore è stato anche duro nel parlare di Totti (“servirebbe un Totti giovane”) ed ha sempre fatto capire di preferire Dzeko come centravanti. Ingoia oggi e ingoia domani, Totti è sbottato. Da un lato ha manifestato stima professionale per il tecnico, dall’altro l’ha ripudiato umanamente (“i rapporti con lui sono limitati a buongiorno e buonasera”).

GLI SCENARI - Poi ha messo il presidente Pallotta con le spalle al muro, anche davanti ai tifosi che per buona parte (anche se non nella totalità) sono ancora al suo fianco. Tra poco più di una settimana si vedranno per discutere del rinnovo del contratto di cui Totti ha volutamente ricordato la scadenza, giugno 2016. Un messaggio indiretto ad eventuali altri club, come a dire: io un ultimo sfizio voglio togliermelo, anche a costo di trovarmi questa Roma, la mia Roma, da avversario. Con Pallotta pertanto non si parlerà di soldi, ma di garanzie precise per l’oggi (da calciatore) e per domani (da dirigente). E se il capitano dovesse capitare che nella Roma “americana” quel rispetto che chiede e ha chiesto prepotentemente, non c’è più e che spazio per sentimentalismi non c’è, davvero potrebbe fare come Juliano e Pulici. Cambiare bandiera dopo 23 anni alla Roma per un addio amaro. Chi potrebbe prendere Totti? Difficile dirlo ora: forse il Milan di Berlusconi, che ha sempre avuto una grandissima stima per il romano e che vorrebbe una squadra tutta italiana, o magari un club straniero, ma qualche offerta importante sicuramente arriverebbe. E per l’ultima vera bandiera del calcio italiano sarebbe una pagina triste assai.


Tags: totti spalletti pallotta Juliano

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