Squalifica Mourinho, Serra tenta il tutto e per tutto

Nel pomeriggio, l'arbitro Marco Serra, si è seduto davanti al Procuratore federale, Giuseppe Chinè e al Sostituto Procuratore, Giorgio Ricciardi, per rilasciare la propria deposizione in merito ai fatti che, in veste di quarto uomo, lo hanno visto protagonista del presunto scontro verbale con l'allenatore della Roma, José Mourinho, nel corso della gara di Serie A che vedeva i giallorossi fare visita alla Cremonese.

Accompagnato dall'avvocato Gabriele Bordoni, Serra, a cui era stato comunicato un imminente possibile deferimento con l'invio dell'avviso di conclusione delle indagini, ha scelto di esercitare il proprio diritto di comparire per una seconda audizione così da chiarire meglio la sua posizione. Il colloquio è durato poco meno di un'ora e, nei prossimi giorni porterà alla pronuncia definitiva della Procura federale.

Come dichiarato all'Ansa prima dell'audizione, l'avvocato Bordoni ha sottolineato che le frasi proferite da Serra nei confronti dello Special One fossero state mal interpretate:

Sarà l’occasione per chiarire che si è trattato di un equivoco, nel frastuono dello stadio, dettato da una situazione di nervosismo generale e che anche i movimenti di Serra sono stati malintesi. Non ha detto niente di male e non si è girato verso il tecnico, perché doveva guardare il campo. Il suo contegno poi non è stato sgarbato: aveva le mani in tasca come le ha tenute tutta la sera, perché era una serata fredda, non come gesto provocatorio.

Al termine dell'audizione, il legale di Serra ha aggiunto:

Al termine di un confronto franco e leale crediamo di essere riusciti a far emergere in modo credibile e coerente l’esasperazione da parte dell’allenatore di fronte a un atteggiamento imperfetto. Serra ha detto di aver capito che il suo atteggiamento, tecnicamente ineccepibile, poteva essere frainteso e può aver fatto indispettire Mourinho.

Infine, la richieta fatta a Chiné e Ricciardi:

Per ragioni tecniche, abbiamo chiesto che la vicenda si chiuda qui. Mi piacerebbe che si concludesse con una stretta di mano tra due galantuomini, che si riconoscono nel valore sportivo, e si torni così a parlare di campo.