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Spalletti: Napoli la squadra che tutti vorrebbero avere, terzi non è fallimento

06/05/2017 14:17

Spalletti: Napoli la squadra che tutti vorrebbero avere, terzi non è fallimento |  Sport e Vai

Il secondo posto a rischio col Napoli che soffia sul collo, il caso-Totti, il post-derby con tutte le polemiche e il suo futuro personale, la gara col Milan a San Siro: non mancano argomenti a Spalletti alla vigilia della trasferta con i rossoneri. Sull'episodio dei manichini appesi il tecnico giallorosso è duro: “Non sono tifosi né laziali, né romanisti, né tifosi. Sono delle persone deviate, iniziative come quelle mi evidenziano solo odio, cattiveria”. Il neo-dg Monchi si augura che Spalletti resti anche l'anno prossimo: “Monchi è il migliore che c'è sulla piazza e Pallotta ha fatto bene a prenderlo. Lui era voluto un po' da tutti. Quello che ha detto di noi mi fa piacere, perché è una visione che viene pulita, che viene da fuori, dove uno non è inquinato da ciò che si dice nel luogo. Potermi confrontare con il numero uno dei direttori mi ha già dato tante cose che tengo strette”. Il derby perso però brucia ancora: “Mi sembra che ci sia stata la reazione giusta, c'è tanta amarezza che io mi sento addosso. C'è l'esame della classifica a fine campionato e diventa fondamentale il match di domani, c'è in ballo il secondo posto, la reazione c'è stata secondo me”. Del Milan in crisi non si fida: “Il Milan ha perso un po' di smalto rispetto all'andata, ci misero molto in difficoltà. I risultati ora non danno loro ragione ma sono stati anche sfortunati in alcuni episodi, sono convinto che troveremo una squadra stimolatissima e un allenatore bravissimo a preparare le partite”.

NAPOLI SUPER - Per Spalletti il terzo posto non sarebbe un fallimento: “Un fallimento mi pare utopia, fa parte di quel modo di far apparire le cose. Proviamo a chiedere ad altre squadre che hanno iniziato con questo obiettivo se finire terzi è un fallimento. E' sempre stato difficile raggiungere il secondo posto dietro la Juventus. Questo accesso diretto alla Champions, che vorrebbe dire per le contendenti alla Juve, uno scudetto, ce lo giochiamo col Napoli che è una delle squadre più forti d'Europa, non che i detentori di questa posizione. Hanno tutto, il Napoli è la squadra che tutti vorrebbero avere, anche all'estero e noi ce la giochiamo con loro . Insidiandoli, significa che abbiamo lavorato bene perché erano loro i secondi. Quando siamo partiti eravamo a cinque punti dall'Inter, a una decina dal Napoli, eravamo a 5 punti dalla Fiorentina. Abbiamo sbagliato delle partite ma ora siamo tanti punti davanti all'Inter e questo qualcosa vuol dire. La nostra è una squadra forte che non è in alto mare come si pensa in questo momento qui a Roma. Se arriviamo secondi è come aver vinto il campionato. Essere terzi significa avere una posizione nobile, non è fallimento”.

TOTTI E LA MAGLIA N.10 - Infine il caso-Totti: “Aspettiamo a dare degli aggettivi a Monchi, perché per quello che mi è sembrato, parlando di questo tema abbia solamente riportato quello che ha trovato quando è arrivato qui. Lui ha in mano il contratto che qualcun altro ha fatto. Essendo nel momento più importante della sua carriera ed essendo così attaccato alla Roma Totti preferisce aspettare la fine del campionato e fare silenzio per fare il bene della squadra, penso io. Per parlare del calciatore in questo momento non si può confrontarlo con un gol di due o tre anni fa, ma con gli allenamenti di giorno in giorno dove tutti lottano per un posto in squadra. La storia di Totti la deve gestire solo il presidente e mi sembra che Pallotta pensi di averla già fatta. Si arriverà in fondo al campionato e poi dirà il suo pensiero, sarebbe più facile lo dicesse subito, magari parlando con la società, ma Monchi non ha detto niente. La maglia numero 10? Siamo a fare valutazioni che non stanno né in cielo né in terra, se fossi un dirigente la lascerei viva. Perché toglierla non sarebbe esaltazione. E' un modo obsoleto e vecchio di ragionare. Scriviamo il numero 10 con il nome di Totti su tutte le maglie della Roma, questo potrebbe essere una cosa intelligente per esaltarlo. Ritirare la maglia vorrebbe dire rotolare dietro a quello che hanno fatto altri in passato. Pensate al bambino che sogna di vestire quella maglia. Vogliamo togliere questa soddisfazione o questo sogno? Teniamola viva la maglia numero 10 e scriviamolo su tutte le maglie. E' insopportabile ancora che in questi tempi si senta gente sostenere che va ritirata la maglia. Poi può darsi anche che la società decida di ritirarla ma questo è il mio pensiero. Se non la vedo più, andrò al cimitero per rivederla".

Stefano Grandi


 


Tags: Roma napoli totti spalletti

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