Siviglia, Emery: Il Milan? Penso solo all’Europa League

Accostato da tempo al Milan, come possibile successore di Inzaghi per la prossima stagione, il tecnico del Siviglia Unai Emery non ha voluto dar peso alle voci di mercato ed ha parlato solo della gara di domani, la semifinale d’andata di Europa League con la Fiorentina: "Io vivo del presente, non del futuro. Non ho nessun tipo di deconcentrazione verso altri pensieri che non siano la semifinale con la Fiorentina. Sto bene qui qui a Siviglia e penso solo alla Fiorentina e alle prossime partite. Abbiamo diverse assenze ma nessuna paura. Col Real abbiamo fronteggiato giocatori come Ronaldo, domani avremo a che fare con Salah, Gomez e Borja Valero: sarà comunque un lavoro molto difficile per la retroguardia. Entrambe le squadre possono fare molto bene in questa competizione perché hanno grande potenziale". Tra i pericoli maggiori Emery indica Joaquin: "I viola hanno tutti giocatori di assoluto livello, anche ragazzi che sono stati nostri obiettivi. Ho lavorato tanti anni a Valencia con Joaquin, che è un giocatore temibile. Loro hanno fatto fino ad oggi un'ottima stagione, hanno eliminato tre avversarie temibili in questa competizione. Siviglia e Fiorentina si assomigliano molto anche per storia e palmares. I viola sono una squadra che vuole vincere. Loro cercano sempre di imporre ritmo alla partita e noi abbiamo massimo rispetto della formazione di Montella. Sarà una bella sfida". Ottimista anche il bomber Carlos Bacca: “Il nostro obiettivo è la finale. Arrivati a questo punto non ci sono favoriti. Abbiamo lavorato giorno dopo giorno e vogliamo regalare una gioia ai tifosi. In campionato pensiamo alla Champions ma adesso siamo concentrati sull'Europa League. Le semifinali durano 180’, saranno due gare diverse. Sarà importante fare bene qua in vista del ritorno a Firenze. I viola sono una squadra italiana molto particolare, perché amano tenere il pallone tra i piedi e cercano di creare sempre tante occasioni da rete. Noi dobbiamo fare il nostro gioco e non snaturarci, dobbiamo essere migliori di loro nell'arco dei 180’.”. Stefano Grandi