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Sheva torna nell'intervallo col Liverpool a Istanbul

29/04/2021 10:45

Sheva torna nell'intervallo col Liverpool a Istanbul |  Sport e Vai

Per uno come lui, che ha passato l'infanzia a Chernobyl andare a casa del Diavolo non poteva essere un problema. Scherzi a parte Andy Shevchenko ricorda a 7, il magazine del Corriere della Sera, il momento in cui divenne un giocatore del Milan ("il mio primo contratto vero, mi rifiutai di guardare la cifra che c’era scritta sopra") e dice

"Braida vide qualcosa in me che non sapevo neppure di avere. Quando portò Galliani in Ucraina per vedermi, giocai una partita orrenda, ma lui mi difese. E quando venne a casa mia per convincermi a firmare, mi diede una maglia rossonera con sopra il mio nome. “Ci vincerai il Pallone d’oro, con questa” mi disse. Io e mio padre ci mettemmo a ridere. Aveva ragione lui"

Dopo un pensiero su Filippo Inzaghi ("è ossessionato dal calcio. La mattina della finale di Manchester mi sveglio presto e alzo le tapparelle. Eravamo in un albergo che dava su un campo da golf. Mi affaccio e vedo una persona che corre da sola, mima i movimenti di attacco, si gira a vedere se un arbitro invisibile ha fischiato il fuorigioco, si incita, indica una porta immaginaria. Era Pippo") l'ex bomber ricorda la terribile notte di Istanbul.

«La ferita sanguina ancora. Scrissero che tra il primo e il secondo tempo ci lasciammo andare a festeggiamenti anticipati. Tutte balle. Anzi. Paolo Maldini fu il primo a dire di fare attenzione, che il Liverpool non avrebbe mollato, anche se era sotto 0-3. Ce lo ripetemmo l’uno con l’altro. Nei primi tre mesi dopo quella sconfitta così acida mi svegliavo gridando nella notte e cominciavo a pensarci. Mi capita di pensarci ancora oggi che sono passati sedici anni. Tanti miei compagni non hanno più voluto rivedere quella partita. Io la so a memoria. Eravamo la squadra migliore. Stavamo giocando benissimo. Mi viene in mente il loro capitano, Jamie Carragher. Alla fine dei tempi regolamentari gli vado via, sono più giovane e veloce di lui. Mi rincorre, sbuffa, non ce la fa più, ha i crampi. Ma non so come, arriva a toccarmi la palla. Avevano una sola chance su 100, ci si sono aggrappati con tutte le forze che avevano. Bravi loro.

Adesso che sono allenatore, penso che forse avremmo dovuto spezzare quei maledetti sei minuti in cui ci fecero tre gol. Fermare il gioco, cambiare qualcuno. Ma non è una critica a Carlo Ancelotti, che ci aveva preparato benissimo. So che qualche mio tifoso mi manderà a quel Paese, ma quel Liverpool-Milan è una prova della bellezza del calcio. Certe volte, è una bellezza crudele".


Tags: milan Shevchenko istanbul

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