22/10/2023 10:01
La quiete prima della tempesta. E' solo un'impressione che l'inchiesta scommesse stia perdendo peso e importanza: il silenzio di Corona e la ripresa del campionato hanno solo momentaneamente messo nel cassetto il pensiero su indagini che comunque continuano e l'impressione è anzi che l’inchiesta possa allargarsi non solo a nuovi e insospettabili scommettitori, ma pure nei riguardi di chi ha omesso di denunciarli. Sapere e non dirlo equivale a commettere un reato. Lo dice il comma 5 dell’articolo 24 del codice.
Alla luce delle dichiarazioni di Fagioli e di Tonali il procuratore Chiné si chiede quanti nell’ambiente avessero percepito il giro d’affari. Del resto, le parole di Fagioli hanno fatto scalpore: «Dragusin e Gatti mi hanno prestato i soldi».
Sul Corriere dello sport si legge che i due non avrebbero mai sospettato la destinazione di quei 40 mila euro (a testa) elargiti al compagno, eppure la frase «gli ho detto che mi servivano per comprare un orologio e che avevo i conti bloccati da mia madre» non convince del tutto gli inquirenti. «Non c’è niente, Federico è tranquillo» continuano a ripetere le persone vicine a Gatti. «Radu non sapeva a cosa servisse realmente l’orologio ed è successo solo una volta» ha fatto invece sapere l’agente di Dragusin, Manea. Sapendo che Fagioli aveva un problema con il conto in banca, ai colleghi non è venuto il sospetto che quel denaro fosse utilizzato per qualcosa di meno lecito di un rolex?