Sport E Vai  Sport e Vai
Mercoledì 8 Maggio 2024
SEGUI SPORTEVAI SU

Sarri show, frecciate alla Juve e a Ronaldo, elogi per Dybala

06/07/2021 00:05

Sarri show, frecciate alla Juve e a Ronaldo, elogi per Dybala |  Sport e Vai

Castelfranco di Sopra, sala dei trofei, casa Sarri. SportItalia si gode l’intervista esclusiva che segna il ritorno nel calcio dell’ex allenatore di Napoli e Juventus. Maurizio Sarri torna a parlare esattamente 332 giorni dopo la sera di Lione-Juventus che costò l’eliminazione dalla Champions League dei bianconeri e la sua panchina.

Alle domande di Alfredo Pedullà e Michele Criscitiello, Sarri risponde con ironia e la proverbiale schiettezza, tra piccole risposte piccate quando si entra troppo in orbita Lazio e si rischia di violare i patti e tante ammissioni, senza lesinare bordate al suo passato. Insomma, il Sarri targato SportItalia è esattamente quello del post Lione-Juventus, ma con un anno di calcio vissuto da spettatore (divertito e rammaricato) in più. E non sono mancati i sassolini (e i macigni) che il tecnico ha voluto togliersi dalle scarpe. Ce n’è per tutti: dalla Juventus a Ronaldo, con una mezza infinità di retroscena che non mancheranno di fare discutere a lungo.

Che cosa ho fatto in questo anno? Nulla di particolare, quello che faccio da tanti anni: sono stato con la famiglia, ho letto molto ho visto partite e fatto quello che mi piace molto… guardare tante corse di ciclismo.

Quanto calcio ho visto? Non molto. È stato un anno particolare e la situazione covid ha fatto passare la voglia di allenare. Con gli stadi vuoti, poi, era una cosa che non mi piaceva e stare lontano dal calcio non mi ha pesato molto.

Scudetto Juve sottovalutato? Adesso hanno festeggiato per il quarto posto… Penso che fosse dato per scontato, sia all’esterno, sia purtroppo all’interno. Abbiamo vinto senza festeggiare andando a cena ognuno per conto suo. L’anno buono per andare alla Juve forse è questo. Dopo un quarto posto. Si è dato tutto per scontato, ma ora credo ci siano i presupposti per azzerare tutto.

Un anno sabbatico è troppo per Sarri? Il motivo è legato al fatto che non potresti salire sul treno di una squadra in corsa? Un po’ sì, ma quest’anno non c’era occasione. Il calcio con gli stadi vuoti non permetteva di dare stimoli giusti. Non mi è pesato stare fuori, e chi mi ha chiamato ho sempre detto no dando disponibilità per giugno.

De Laurentiis ti ha chiamato a gennaio? Perché non sei tornato a Napoli? Non sono tornato perché non avevo la certezza di poter essere molto utile per prendere la squadra in corsa. Tutte le squadre che mi hanno cercato in questa stagione ho risposto che sarei stato disponibile a fine. Vero che il Napoli mi ha chiamato, ma nulla di ufficiale.

Sostituzione Ronaldo contro il Milan che ha dato il via a una mezza infinità di polemiche? Non è semplice gestire Ronaldo. Ma Ronaldo è una società che ha interessi personali che occorre tenere sempre a mente. Mi ritengo più bravo a fare l’allenatore e non il gestore. La cosa positiva di Ronaldo sono i numeri.

Problemi con Ronaldo dal punto di vista tattico? No, da tutti i punti di vista. Quando un ragazzo arriva a quei livelli con duecento milioni di followers devi rapportati con tutto non è più un semplice calciatore. Diventa una gestione diversa e difficile. Negli ultimi anni sento parlare sempre più di giocatori e meno della squadra, ma è la squadra che scende in campo e spesso il valore dei singoli non rispecchia quello della squadra.

Jorginho è da pallone d’oro? Se vincesse l’Europeo è chiaro che potrebbe vincerlo. È un giocatore raffinato che non tutti capiscono. Devi guardarlo per tutta la partita per capirlo. La sua grandezza è rendere facile tutto. Poi lo trovi al Chelsea all’improvviso? Stava per andare al City, ma grazie ai mediatori siamo riusciti a portarlo al Chelsea. All’inizio tutti hanno fatto fatica a capirlo, ma ora sono contento per quello che sta facendo.

Dybala uno dei pochi che ci restò male sul tuo addio, come si recupera dopo un'annata non semplice come l'ultima? Difficile recuperarlo. Ti ha detto che vorrebbe tornare a lavorare con te? Questo sì, ma quest’anno è stato difficile e pieno di problemi. La Juve o punta ancora su di lui o lo cede. Lui è un fenomeno.

Il nuovo Sarri? De Zerbi e sono esterrefatto che lo abbiano fatto andare via dall’Italia. Ha fatto bene ad accettare lo Shakhtar Donetsk, ma mi spiace vederlo lontano dall’Italia e che nessuna big abbia pensato a lui.

Screzio con Nedved? Non è assoltamente vero, c’erano delle discussioni ma erano legate alle partite. La cosa che non mi piacque fu vedere la squadra mollare una volta acquisito lo scudetto. Staccare la spina per poi riattacarla non è mai semplice. Per me occorreva giocare al massimo sempre e arrivare carichi alla gara di Champions con il Lione, ma non fu così e andò come sappiamo.

Mourinho contro Sarri? È roba giornalistica, non sarà mica Sarri-Mourinho, sarà Lazio-Roma. Io non posso segnare e Mourinho non può impedirmi di segnare. Alla fine in campo vanno le square. Questo è lo stesso discorso fatto per i calciatori... conta la squadra non il singolo, che siano calciatori o allenatori.

Scudetto perso in albergo? Tutti sanno quello che ho detto e quello che è successo. Non torno indietro. La squadra ha visto uno spiraglio e se lo è visto chiudere in due minuti. Per le scale ho visto i giocatori piangere, come se il sogno si fosse infranto su quelle decisioni sbagliate.

Per me l’importante è divertirsi, perché se ti diverti lo trasmetti e si divertono anche i giocatori. Da lì poi si diverte anche il pubblico. Chelsea o Juve? Mi sono divertito molto a Napoli… e agli ultimi mesi al Chelsea.

Higuain, Callejon o Insigne? Higuain è particolare, devi farlo accendere e diventa grandissimo, ma non è facile. Callejon dà equilibrio. Su Lorenzo mi viene da ridere. Da anni è il più forte giocatore italiano, ma se poi sbaglia cinque minuti viene messo in croce. Li allenerei volentieri tutti e tre. Se mi servisse talento andrei su Insigne, equilibrio su Callejon.

Mertens da esterno a punta centrale è la tua più grande genialata? È stata un po’ una botta di culo. Una partita a Bergamo siamo rimasti in dieci, loro attaccavano e lasciavano spazi. Ho tolto Higuain e ho messo Mertens, che ha preso due rigori e fatto il diavolo a quattro. Poi, l’anno in cui Higuain è andato via e Milik si infortunò, parlai con Mertens che mi chiese: “Mister, per lei posso farlo? Per me fai 18-20 gol”, gli dissi. Ne fece 28.

Roma? Non ci ho parlato. Ma i miei collaborati mi hanno detto che siamo stati molto vicini.

Ronaldo deve restare alla Juventus? Dipende delle esigenze. Se devi risparmiare sugli ingaggi preferisco perdere un giocatore piuttosto che 5-6.

Da 3-5-2 a 4-3-3 come farà alla Lazio? Cambiando giocatori. Nella rosa della Lazio non ci sono esterni alti e qualcosa occorrerà cambiare. In realtà, in carriera ho usato tanti moduli diversi. L’unica cosa che non posso fare è la difesa a tre. L’idea ora è fare il 4-3-3, ma vediamo. Lazzari? Non voglio parlare di Lazio. Le prime parole biancocelesti le voglio dire in presentazione. Però un ragazzo con la sua gamba può fare di tutto.

La scelta di Pirlo denota confusione nella Juventus quando è andato via lei? Non lo so. Questo è l’effetto Guardiola che ha fatto tanti danni. Si è presa un’eccezione che non è la regola. Si rischia di bruciare carriere a ragazzi che potrebbero diventare grandi allenatori con un po’ di esperienza in più.

Il percorso ha cambiato più il Sarri uomo o il Sarri allenatore? Cambiamo senza rendercene conto. Non sono quello di Empoli ed è naturale, ma ho delle esigenze. Devo trovare una società che mi permette di fare l’allenatore da campo. Se mi fanno fare altro mi intristisco. A chi mi riferischo? A nessuno, non parlo di nessuno. Sono mie caratteristiche e per questo avrò sempre le mie idee.

Allenatori di Roma, sulla carta, più importanti di quelli di Milano? Non lo so, ma nella domanda c’è una cosa che spiega tutto “sulla carta”, appunto. Io non arrivo per il mio nome. Io voglio far divertire la squadra giocando bene. Io non capisco chi dice che è bello vincere senza giocare bene. Proprio non lo capisco.

Quanto allenerò ancora? Non lo so, ma ora ho bisogno di allenare e di trovare una società che mi permetta di farlo alla mia maniera.

Dopo la gara con il Lione era conscio che sarebbe andato via? In realtà avevo capito la situazione già da prima. A metà ottobre ho fatto una riunione con il mio staff. E ho fatto una domanda: "andiamo dritto con le nostre idee e andiamo a casa tra venti giorni, oppure proviamo ad adattarci, a vincere il campionato e andare comunque a casa?" Abbiamo scelto di vincere il campionato.

Difesa a tre o a quattro alla Lazio? La differenza è nei principi in fase difensiva. Anche perché alla Lazio ci sono giocatori che hanno anche giocato a quattro. Negli anni ho capito che il problema poi lo hanno quelli con più esperienza. Con i giovani spesso è più facile che si adattino, gli "anziani" sono meno avvezzi al cambiamento e più legati a certi automatismi. L’unico che mi ha sorpreso è Albiol, che in tre giorni aveva capito tutto.

Ronaldo operazione vincente o insostenibile per il calcio italiano? A me, come allenatore, non interessa. Io voglio che una società mi dia un obiettivo. Però questa storia che la Juve debba vincere per forza la Champions è falsa. Può anche vincerla, ma quando poi vado a vedere i fatturati, in Europa, è decima. Quindi, potenzialmente, ci sono nove squadre che hanno più possibilità di vincere la Champions.

Fiorentina? Sì prima di Prandelli. Ma stessa risposta data a tutti.

Addio al Chelsea? Ho fatto un errore clamoroso perché volevo tornare in Italia. Errore perché il Chelsea è una grandissima società, che poi ha preso giovani che sarebbero stati perfetti per il mio gioco. Però, in quell’anno Abramovic non poteva entrare in Inghilterra ed è stato un anno particolare. Ci confrontavamo con Marina, ma non avevamo il polso della disponibilità economica. Ho fatto un errore di valutazione clamoroso.

Giroud al Milan? Grande professionista. Lui quando c’è bisogno c’è sempre. Prima della finale di Europa Leauge, Zola mi chiese: “mister che intenzioni hai?” e io risposi: “giocano Oliver e Pedro, gli altri li scegli tu”. Pedro a Roma non ha avuto modo di giocare tante partite importanti. Io ho un debole per questo tipo di giocatori.

Kantè-Jorginho coppia migliore al mondo? Jorgnho sta meglio in un centrocampo a tre che a due ma è intelligente e può fare tutto. Kantè è straordinario. Magari non lo vedi durante la gara, ma poi vai a leggere le statistiche e ha numeri impressionati. Lui è mostruoso.

Nazionale? Non ho visto tante partite dell’Europeo. Mi sembra però che siamo palesemente la squadra che gioca il miglior calcio. Le scelte dicevano questo e Mancini sta lavorando benissimo.

Spalletti ti ha chiesto qualche consiglio per il Napoli? Non l’ho sentito ultimamente, ma lui ha l’esperienza per fare bene e gli faccio un grande in bocca al lupo perché a Napoli non è facile e ci sono tante difficoltà. De Laurentiis? Non è un presidente semplice, ma poi porta i risultati e questo è quello che conta.

Lotito diverso da De Laurentiis? Sì, ma ora va tutto bene, le valutazioni si fanno quando le cose vanno male. Ora è tutto bello e facile.


Tags: juventus lazio napoli ronaldo sarri

Articoli Correlati