Sampdoria-Genoa, un rinvio che è lo specchio del calcio italiano di oggi

La grande attesa, l'emozione del derby, la lunga ansia che tiene paralizzata un'intera città. Poi alle 18 comincia a piovere e in neanche tre ore il campo di Marassi diventa impraticabile. Dopo il rinvio di Parma-Udinese, il calcio italiano aggiunge un'altra pagina triste al suo libro nero del week end: lo slittamento del derby genovese. "Forse si poteva prevenire, di certo con un campo così non avrebbe avuto senso giocare: noi vorremmo giocare a calcio, non a calci", è la sintesi perfetta - ed a caldo - del portiere blucerchiato Emiliano Viviano, in campo come i compagni a salutare i tifosi della Sampdoria subito dopo l'ufficializzazione del rinvio della partita. Sotto la curva rossoblu anche i giocatori del Genoa. Lo slovacco Jurai Kucka sembra parlare con gli occhi, ma in realtà non dice niente ai bordocampisti tv che gli chiedono se lui e il Genoa volessero giocare. Nel frattempo negli spogliatoi si discute intorno alla data del possibile recupero. Domani alle 15? O in serata? O magari in un altro giorno? "Non si può giocare così", le parole dell'arbitro Gianluca Rocchi, autore di due sopralluoghi infruttuosi sul rettangolo verde. Già, se piove per un paio d'ore una partita diventa a rischio. Accade in Italia. Nel 2015.