30/05/2022 09:55
Maurizio Crozza quando lo imitava parlava sempre di "umiltè", una dote che Arrigo Sacchi non sempre però fa trasparire quando parla. E' il caso delle parole dette oggi a Radio anch'io sport su Radio1. L'ex ct infatti quasi si prende i meriti dei successi dei vari Ancelotti, Maldini e Stroppa e dice
Quando lasciai il Milan dissi ai giocatori. 'adesso siete tutti professori'. Da loro mi aspetto che facciano sempre le cose per bene, come del resto le sta facendo Maldini in un altro ruolo, o Carlo Ancelotti, ma sempre come allenatore.
Poi ricorda quando era l'allenatore del Milan
Io guardavo le persone. Avevo paura dei campioni già affermati. Loro non si adattavano. Cercavo persone che fossero disposte a giocare di squadra. Uno per 10 fa 10, è una forza in un paese in cui a tutti i livelli non fa squadra. Ho sempre pensato che il calcio sarebbe stato un collettivo di intelligenze. A Berlusconi dissi di no a un Nazionale perché stava fuori tutta la notte. Compriamo la sua riserva, è meno bravo e più affidabile. Avere a che fare con le persone intelligenti fa migliorare tutti”.
E così Arrigo Sacchi pretese Carlo Ancelotti
Lo prendemmo al Milan, perché credo che il calcio si giochi con la mente, il nostro medico aveva appurato che aveva il ginocchio quasi del tutto fuori uso e Berlusconi era scettico sul suo acquisto. Galliani lavorò di nascosto, poi disse che con la Roma la trattativa era fatta, concluso, quindi mi suggerì di convincente il presidente. Io chiamai in piena notte Berlusconi e gli dissi: 'se mi prende Ancelotti vinciamo il campionato', lui rimase zitto e poi mi disse: 'agli ordini'". Ancelotti è stato un grandissimo calciatore, come adesso è un grande allenatore.