Sacchi non salva più nessuno: Inzaghi calcio vecchio, Milan non è un collettivo

Non ce n'è per nessuno. Se in precedenza Sacchi aveva salvato il Milan dai suoi giudizi critici e si era parzialmente riveduto sull'Inter, dopo la due giorni di Champions l'ex ct si scatena condannando severamente tutte e 4 le squadre italiane. Questi i passaggi principali del suo intervento alla Gazzetta

Una serataccia, non riesco a trovare un’altra parola per descrivere quello che è capitato prima alla Lazio e poi al Milan. Sei gol incassati e uno solo realizzato. Due sconfitte strameritate, figlie della mancanza di organizzazione da parte delle nostre squadre, e dell’aggressività e della qualità fisica e atletica degli avversari. Domandina maliziosa: vogliamo capirlo, noi italiani, che per giocare in Europa si deve praticare un calcio diverso, basato sul collettivo, sul ritmo, sulla sinergia tra i reparti?  Il Milan non era una squadra, non era un collettivo.

Martedì il Napoli e l’Inter hanno vinto. Tutti contenti perché la qualificazione agli ottavi di finale, per entrambe le squadre, è più vicina. Ma domandiamoci: come hanno vinto? Hanno dominato l’avversario? No. Hanno divertito? Non proprio. Purtroppo l’Inter pratica ancora un calcio che non è completo, non è di standard europeo. Inzaghi deve riuscire a fare un salto in avanti. Per adesso è molto bravo sulla base di un calcio vecchio. Mi piacerebbe che ci fosse un’evoluzione, che si cercasse il dominio del gioco e, di conseguenza, dell’avversario. Il calcio, non mi stancherò mai di dirlo, è uno sport offensivo e di squadra, mentre noi in Italia lo concepiamo ancora come uno sport difensivo e individuale