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Ronaldo: Non ce la facevo più a sentirmi dire: allora vinci tu?

21/01/2014 15:32

Ronaldo: Non ce la facevo più a sentirmi dire: allora vinci tu? |  Sport e Vai

Era diventata un’ossessione non richiesta. Il Pallone d’oro per Cristiano Ronaldo è stata una liberazione, il portoghese era assediato di continuo dalle voci sul premio ed ora che finalmente l’ha alzato al cielo confessa i suoi sentimenti a France Football: “Ho passato settimane in cui ero molto nervoso, tutti a chiedersi se avrei vinto io o Ribery o Messi, ne parlava tutto il mondo. Io cercavo di tapparmi le orecchie ma venivo di continuo tirato in ballo nel discorso. Anche mia madre mi chiedeva sempre: ‘Vinci tu?’. Adesso finalmente sono tranquillo e pronto a fare meglio ancora dell’anno scorso anche se ogni stagione ha una storia differente. Io non mi cullo sugli allori. Voglio sempre di più, il Pallone d’oro non è una cosa fine a se stessa, io voglio vincere col Real e col Portogallo”. Ronaldo si è commosso durante la premiazione: “Sì, soprattutto quando mio figlio è venuto tra le mie braccia felice, ho cominciato a piangere e quando ho visto anche la mia famiglia in lacrime ho pianto ancora di più. Erano lacrime sincere, autentiche”. Non tutti hanno accettato il verdetto della giuria: “Ho notato parecchia ostilità specie nelle gare giocate in trasferta. Mi hanno insultato, dicendo cose brutte, hanno parlato di Pallone di plastica e cose così ma pazienza”. La sua resta la cultura del lavoro e del sacrificio: “Io mi alleno sempre parecchio in campo, ho sempre appreso molto dai miei compagni, da Neville e Giggs al Manchester, da Raul e Salgado al Real, da Figo, Rui Costa, Deco e Couto nella nazionale. Comportarsi da professionista costituisce il 70% di quel che puoi fare in campo”. Dopo un omaggio a Pelè (“è stato speciale ricevere il premio da lui”) il suo pensiero va a Mandela: “Un rivoluzionario di questo mondo, un esempio per tutti, nessuno deve dimenticarlo”. Poi una confessione: "Sbagliai - ammette il giocatore del Real Madrid - a dire che la gente è gelosa perché sono bello, giovane e ricco. Lo dissi perché ero arrabbiato con me stesso dopo una partita in cui non avevo segnato. Ma non sono perfetto, anch'io sbaglio e quando dico cose che non vanno bene, chiedo scusa. Con l'età si impara dagli errori. Sono fatto di carne e ossa come tutti: piango, rido, ho i miei problemi". Del suo quotidiano dice: "Le mie giornate in realtà sono fatte di routine, con qualche fuori programma. Al di là delle 3-4 ore di allenamento, al mattino porto mio figlio a scuola alle 9.30, pranzo con mia madre, poi faccio un giretto a Madrid, magari al corso di inglese, ascolto un po' di musica, vado in piscina con mio figlio. Al pomeriggio vado a prenderlo e facciamo un riposino insieme così sono sicuro che dorma. Se ho tempo libero, mi piace viaggiare, ma sempre evitando hotel troppo grandi, o ristoranti esposti, devo proteggere chi vive con me. In ogni caso, vado a letto presto". Ronaldo resta comunque una star, ma non per questo senza radici: "Cerco di aiutare chi sta peggio, seguo quattro o cinque bambini in difficoltà perché non scordo le mie origini". Con Ancelotti Ronaldo ha un bel rapporto: "Rispetto a Mourinho ci parlo di più. Ancelotti è una brava persona e un buon allenatore. Quest'anno le cose sono cambiate poco, la squadra è rimasta praticamente la stessa, si lavora in modo simile all'anno scorso, ma sento che ormai tutto è possibile". Magari battere di nuovo Messi: "Con lui c’è concorrenza diretta perché ci sfidiamo con le rispettive squadre. Ma è utile per migliorarci a vicenda. Il Pallone d’oro lo poteva vincere lui come Ribery. Sono felice di averlo vinto io, anche se in fondo quel che contano sono i risultati collettivi".

Stefano Grandi

 


Tags: portogallo ancelotti mourinho messi ribery real pallone d'oro ronaldo pelé

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