Roma, Spalletti: Noi, Lupa pronta a sbranare qualsiasi cosa

Difende Nainggolan che spesso va fuori le righe (dalle parole di odio contro la Juve al "vizio" del fumo), invita a mantenere concentrazione e cattiveria agonistica contro il Crotone e crea nuovi slogan per la sua Roma. E' il Luciano Spalletti di sempre, istrionico e un po' teatrale, quello che presenta l'impegno in Calabria dei giallorossi: "Vogliamo far vedere che siamo sempre un marchio. Arriva la lupa pronta a sbranare qualsiasi cosa ci sia davanti, quello è il marchio e la cosa che ci interessa. Il Crotone ha fatto bene con più squadre non solo con la Juventus. Nicola ha tenuta sveglia la sua squadra. Noi dobbiamo essere una squadra forte che sa quello che deve mettere per vincere la partita senza pensare alla forza dell’avversario. Se non facciamo risultato contro il Crotone e come se perdiamo punti con Napoli e Juventus”. Poi Spalletti si sofferma su Nainggolan, trascinatore in campo ma anche scheggia impazzita fuori dal terreno di gioco: "Il temperamento e la garra è sotto gli occhi di tutti. Il suo comportamento è sempre giusto, non due bischerate che si dicono così. La disponibilità di un ragazzo, lui si ferma a parlare, ma interessa solo quello che ha detto. Poi lui dice due bischerate a due ragazzi, che l’hanno anche manipolato. Fuma? Fa una vita regolare, meglio di tutti. Quella sera lì era libera, uno li consuma come vuole. Ci sono delle regole interne che non si mettono fuori dalla porta. Lui ce l’ha questa correttezza, lui fa una vita corretta. Se vai in Russia vedi come si allenano e che vanno più forte. Radja trova l’equilibrio nel forte sempre. Uno può trovare l’equilibrio nel pochino, lui invece trova l’equilibrio nel fare tutto al massimo”. Ultimo pensiero per il derby di coppa Italia che si giocherà in notturna: "Il derby in notturna è una fiducia che ci danno. Dobbiamo comportarci bene allo stadio per farci venire più gente. Anche i giocatori hanno paura e non portano le mogli allo stadio se non sono sicuri. Bisogna alzare il livello del sentimento e della correttezza. Servono stadi nuovi perché devono venire le famiglie. Dobbiamo imparare da quelli che si divertono di più”.

Stefano Grandi