Sport E Vai  Sport e Vai
Venerdì 3 Maggio 2024
SEGUI SPORTEVAI SU

Roma, Mourinho: l'annuncio sul futuro e il racconto del confronto con la squadra

30/09/2023 15:31

Roma, Mourinho: l'annuncio sul futuro e il racconto del confronto con la squadra |  Sport e Vai

José Mourinho parla in conferenza stampa prima di Roma-Frosinone toccando tutti i temi caldi del momento, dalle difficoltà psicologiche dei suoi al futuro, dal mercato alla reazione dei tifosi. Si parte dal ko col Genoa e dal match coi ciociari:

"Vogliamo vincere, dobbiamo vincere. Non dobbiamo cercare nessun tipo di alibi. Abbiamo avuto tre partite prima di finire il mercato dove quell'unico punto ci ha lasciato in una situazione che ha messo peso a tanti giocatori. Dopo l'incredibile risultato contro l'Empoli e dopo la vittoria in Europa League ho pensato che quel peso fosse uscito dalle spalle della gente, in campo e fuori, ma non è stato così. Il pareggio di Torino in situazioni normali sarebbe stato un punto positivo, non per noi. Col Genoa mi aspettavo continuità, un miglioramento e non è successo. Sono successi tanti episodi negativi, manca il giocatore più consistente al centro della difesa e abbiamo peggiorato. Cristante e Ndicka non hanno mai giocato nella difesa a quattro. Dobbiamo avere coraggio di accettare una reazione di romanismo, rispetto per questa manifestazione dei tifosi, sia positiva che negativa, e avere il coraggio di giocare contro una buona squadra, che sta psicologicamente molto bene. Giochiamo con la pressione e con l'orgoglio degli attacchi a professionisti come noi. Avrei preferito giocare oggi".

Quindi sul rinnovo e le possibili dimissioni:

"Tre mesi fa, dopo Budapest, c'era quasi un dramma a pensare che io potessi andar via. In campo dissi ai giocatori che sarei rimasto. Tre giorni dopo abbiamo vinto contro lo Spezia e ho detto ai tifosi che sarei rimasto. Poco dopo ho dato la mia parola a Friedkin che sarei rimasto qui. In estate ho avuto la più grande, pazza offerta di lavoro che un allenatore abbia mai avuto nella storia del calcio. L'ho rifiutata per la parola data a calciatori, tifosi e proprietario. Ora sembra che il problema sia diventato io e non lo accetto. Io non sono un problema. Il calcio è multifattoriale, nelle vittorie e nelle sconfitte il merito o la colpa non è mai di uno solo. Fino al 30 giugno sono qua a lottare ogni giorno, a lavorare ogni giorno per la squadra, la società e i tifosi. L'unico che può dirmi di andar via è Dan Friedkin. Non ho paura di pressioni esterne, di fischi. Se vogliono possono venirmi a trovare a Trigoria, dove vivo, oppure fuori a cena dove vado con gli amici, o negli alberghi dove a volte passo uno o due sere, per non stare in questo ambiente chiuso. Stasera sarà con i miei giocatori, come sempre, a prendere la responsabilità di ciò che succede in questa partita". 

Mou ribadisce quanto l'addio di Ibanez abbia inciso in negativo sulla Roma:

"Tutti hanno detto che eravamo rimasti gli stessi, si sono dimenticati che Ibanez o Kumbulla non ci sono più. Quando Smalling si è infortunato siamo rimasti in tre proprio quando si gioca tanto. Ndicka e Ibanez come difensore puro non c'è confronto. Con palla, Ndicka è molto meglio. Ibanez gli errori li faceva con la palla. Ma ripeto, non cerco alibi o colpevoli: non è colpa di nessuno. Tutti conosciamo la situazione del FPF e come la Roma sia vincolata sul mercato. Cristante ha avuto un'evoluzione fantastica a livello tecnico, di capire il gioco. Per giocare a quattro Jon costa ala destra, El Shaarawy ala sinistra. Dybala non può giocare esterno. Mi aspetto di più dai giocatori e da me stesso. Ai miei non ho mai detto di fare i movimenti che ci sono costati dei gol contro il Genoa. Ma coi miei ragazzi sono amico, c'è empatia e questa è una base che non ha prezzo. Con loro non sono mai solo, anche se mi piace isolarmi nelle mie analisi. Ora mi aspetto di più, mi aspetto di vedere in campo le cose che prepariamo, una fame e una responsabilità diversa". 

Infine, il confronto con la squadra:

"La riunione che ho fatto con i giocatori l'ho iniziata dicendo che avrei delle domande e avrei risposto mi mettevo al posto dei giocatori e se sbagliavo nelle risposte, dovevano dirmelo. Ho fatto dieci domande, ho risposto a tutti e nessuno mi ha detto mai che avevo sbagliato. Perché l'ho fatto? Primo, conosco loro molto bene, secondo non volevo sentire nessun tipo di opinione". 


Tags: Roma frosinone josè mourinho

Articoli Correlati