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Roma, Garcia: Via da qui solo se non sarò più utile

18/03/2015 15:01

Roma, Garcia: Via da qui solo se non sarò più utile |  Sport e Vai
Il primo bivio è domani: dentro o fuori in Europa ma per la Roma da qui a fine maggio sarà un esame continuo, per difendere il secondo posto in campionato e non rischiare il fallimento completo visto che dietro Lazio, Napoli, Fiorentina e Sampdoria fanno paura. Soprattutto perché questa Roma, dopo il ko di lunedì con i doriani, sembra in discesa libera. Serve recuperare fiducia e morale e accedere ai quarti di Europa League potrebbe essere la medicina giusta. All’andata al Franchi finì 1-1 con la Fiorentina ma Garcia non si illude che la Roma sia favorita. Prima però il tecnico giallorosso chiarisce il senso delle parole dette a caldo dopo la sconfitta con i blucerchiati. Quella frase “se sono un peso andrò via” ha fatto ipotizzare un addio a fine stagione: “Volevo tranquillizzare la piazza, io non sarà mai un peso per la Roma, ho imparato a innamorarmi di questa squadra, quando sentirò che non sono più utile o una plusvalenza al club per ottenere vittorie o trofei, mi farò da parte, finché i giocatori mi seguono e vengo ascoltato, io devo assecondare il mio sogno di vincere qui, perché sono venuto per questo, voglio vincere qui dopo aver sognato di farlo, con questa squadra in questa piazza che è la più difficile del mondo. Io sono inflessibile, soprattutto su me stesso, questo è importante. Ogni anno facciamo i conti, faremo i conti a fine stagione”. Intanto è uscita la voce che siano volate le sedie nello spogliatoio in un confronto duro tra tecnico e squadra: “Nello spogliatoio non ci sono sedie, ma solo panchine. Le cose che si dicono nello spogliatoio rimangono nello spogliatoio". Intanto bisogna uscire da questa situazione e sembra che senza i gol di Gervinho questa Roma non sappia più segnare: “Bisogna scindere campionato ed Europa, perché Gervinho ad esempio nelle competizioni continentali ha segnato, anche gol importanti. Gervinho è lo stesso giocatore che faceva alzare l'Olimpico quando faceva vincere la Roma. De ritrovare in campionato il suo livello europeo. Iturbe poi è stato infortunato, è arrivato e ha dovuto imparare il nostro gioco, cercando di arrivare a una condizione accettabile per le sue qualità. Ho fiducia totale nei miei giocatori. Non cado mai nell'euforia né nel catastrofismo. Sono misurato, per questo tranquillo. Dopo la pioggia viene il sole, perciò lasciamo i giocatori tranquilli perché hanno bisogno di giocare con la voglia, con l'aiuto. Perché sembra che stiamo lottando per la salvezza e siamo fuori da tutto, ma non è così. I conti si faranno alla fine". PIAZZA DIFFICILE - Roma continua a confermarsi una piazza particolarmente difficile ma Garcia sul tema svicola: “Chi me lo chiede ne fa parte, quindi dovrebbe saperlo. Eventualmente ne parliamo a fine stagione o all'inizio della prossima". Poi il tecnico parla di tattica: "In queste ultime due settimane abbiamo utilizzato tre moduli di gioco. Ma la differenza la fa la palla se entra o meno. Se torno sulla gara di due giorni fa penso che abbiamo pareggiato alcune partite prima giocando molto meno bene. Penso alle sfide contro il Parma o il Chievo. Finché la squadra si crea occasioni, come contro la Sampdoria, sono tranquillo. Il problema della sconfitta è stato sollevato perché è arrivata dopo una serie di pareggi. C'è da appoggiarsi sulle cose buone che facciamo e penso che usciremo da questo momento e vinceremo le partite solo se ci appoggiamo sul gioco. Però non mi conosce bene chi pensa che sono uno che si arrende al primo momento di difficoltà. Finché l'arbitro non fischia l'ultima giornata di campionato io ci sarò, spingerò i giocatori e tutti quelli che mi stanno intorno". Anche Keita è consapevole della delicatezza della gara di domani: Sì, è il momento più difficile della stagione, ma domani abbiamo una opportunità importante di vincere, si alternano momenti alti e bassi, i campioni in questi momenti alzano la testa, possiamo ottenere la qualificazione. Se domani vince la Roma, vincono soprattutto i tifosi, è normale che ora siano arrabbiati, non stiamo rispettando le aspettative, ma chiedo loro di non lasciarci e sostenerci, domani vinceremo ma avremo bisogno del loro aiuto. È difficile giocare quando si è fischiati, succede anche ai campioni, io non sono la Roma, io potrei essere in un altro club domani, ma i tifosi ci sono sempre”. Difficile spiegare i perché di una metamorfosi così clamorosa in pochi mesi: “Quello che è cambiato è che nel calcio, come nella vita, si alternano momenti positivi e negativi, ora stiamo fallendo diverse occasioni, è cambiato che la palla non entra, dobbiamo continuare a lavorare per cambiare le cose. La critica è normale. Quando le cose vanno bene siam ben contenti di prendere gli elogi, per cui dobbiamo accettare le critiche. In questo momento due fattori ci mettono pressione: la stampa e i tifosi. I tifosi non possono vincere le partite completamente in campo ma possono aiutare a vincere. Circa la stampa i giudizi cambiano in base ai risultati. La cosa che mi preme ora è che i tifosi siano con noi e ci sostengano". Stefano Grandi  

Tags: Roma lazio fiorentina europa league keita Garcia gervinho

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