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Pugno duro Gattuso: Toccato il fondo, dobbiamo ritrovare l'anima

28/04/2018 14:49

Pugno duro Gattuso: Toccato il fondo, dobbiamo ritrovare l'anima |  Sport e Vai

La vergogna per il ko col Benevento non è ancora andata via, Gattuso ha ancora rabbia e amarezza e spera di rivedere contro il Bologna domani il Milan di qualche mese fa, che aveva strappato tanti applausi: “Abbiamo toccato il fondo, ora ci assumiamo le nostre responsabilità e non era corretto lasciar loro i giorni liberi. Anche io avevo già pronti due giorni di vacanza in Spagna con la famiglia, ho strappato i biglietti e sono rimasto qua a lavorare con i miei ragazzi. Ad alcuni è piaciuto e ad altri meno, ma me ne sbatto. Dopo il Benevento ho detto di non aver visto l'anima e si vedeva che l'interpretazione era pessima, giocavamo da singoli e non da squadra. Da mesi vi dico che questa squadra se non gioca in certi modi, fatica contro chiunque”. E il punto non è tanto il modulo: “Serve organizzazione, quando abbiamo giocato con umiltà abbiamo sempre fatto grandi cose. Se iniziamo a pensare che siamo fenomeni, senza anima e senza voglia, facciamo queste figure. E la cosa che più mi fa incazzare è che questi segnali negativi in allenamento non ci sono, poi in partita appaiono. Noi siamo forti, ci manca qualcosa per crescere ulteriormente, ma siamo giovanissimi e possiamo aprire un ciclo se becchiamo quelle tre o quattro scelte corrette. Serve cambiare in testa, parte tutto dalla testa e dalla mentalità. Ora ci manca questo". Dopo una parentesi su Mirabelli (“ha fatto grandissime cose e non è tutto da buttare, sono solo chiacchiere da bar. Il problema però è che appena finisce la storia di Max inizia subito un'altra accusa, poi un'altra ancora, poi un'altra nuovamente. Ecco perché non voglio leggere nulla, Se prosegue sempre così però è difficile, quando vincevamo eravamo tutti Brad Pitt mentre ora siamo tutti dei mostri") il tecnico del Milan rassicura sulla vicinanza della società: "Sono sempre in contatto con me, sia fisicamente che telefonicamente. Era il minimo la loro presenze in questi giorni, anche per far capire le varie prospettive ed i vari scenari per il futuro. Come io mi gioco il posto, lo fanno anche tutti quelli presenti sotto il nome Milan. Giusto abbiano ricordato ciò che c'è in palio e cosa, eventualmente, potrebbe succedere. Quando alleni il Milan, le pressioni ci saranno sempre. Ora la bravura si vede nella gestione dei miei giocatori, nei rapporti, nelle comunicazioni, nel rapporto con i media. Ci giochiamo tanto, le chiacchiere da bar non ci portano da nessuna parte... Anzi, ci portano all'inferno. Lavoriamo, a fine stagione valutiamo con la società e se non gli vado bene mi lasceranno a casa. Tutti saremo giudicati ma ora farci male da soli non serve a nulla. Chi fa un lavoro come il mio, potrebbe attaccarsi a tutti gli alibi del mondo, ma non lo faccio. Tutti hanno responsabilità, ognuno di noi". Nota positiva il rientro di Çalhanoglu: "Hakan ha caratteristiche uniche, nessuno ha ciò che ha lui, ci darà una mano. Ma non ho bisogno di ritrovare Hakan, ho bisogno di ritrovare tutta la squadra. Anche i qualitativi devono mettersi a disposizione degli altri, da soli non fanno niente".


Tags: milan gattuso Mirabelli

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