Pogba, colpo di scena: non è positivo al testosterone, ora può cambiare tutto

Le controanalisi hanno confermato la positività di Paul Pogba, come abbiamo saputo questa settimana: c'è da dire che la ripetizione delle analisi che riscontrano la presenza di una sostanza dopante difficilmente possono dare esito negativo, ma adesso abbiamo la conferma che il giocatore (ex?) della Juventus si ritrova in una posizione complicata, ma non tragica.

C'è infatti un dettaglio che va precisato: il francese non è positivo al testosterone come si è detto in queste settimane, almeno non esattamente.

Come riporta il Corriere della Sera, dalle controanalisi delle urine risulta che Pogba abbia assunto del deidroepiandrosterone (DHEA), ormone steroideo che è sì prodotto in maniera naturale da un organismo, ma è anche sintetizzabile in sede di laboratorio. 

A differenza del testosterone, il DHEA è un "androgeno più potente e moderno", proibito da circa un decennio dalla WADA. Questa novità però potrebbe comportare una svolta nella difesa del centrocampista: i suoi legali potranno infatti insistere sulla tesi di un integratore contaminato, con la possibilità di dimezzare da 4 a 2 anni la potenziale squalifica.

Il Corsera infatti spiega perché questa via è praticabile da parte dei difensori di Pogba:

Il Dhea (di cui dal 2021 è vietata la vendita in Italia per i troppi effetti collaterali, salvo specifici prodotti topici, ma è in commercio in molti altri Paesi) è [...] un contaminatore classico (volontario o meno) di decine di prodotti contro l’invecchiamento e per il miglioramento della forza muscolare, con indicazione o meno in etichetta.