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Pioli: Nell'Italia di Mancini ho rivisto la magia del mio Milan

22/07/2021 09:08

Pioli: Nell'Italia di Mancini ho rivisto la magia del mio Milan |  Sport e Vai

La premessa è per Gazidis che sta lottando contro il cancro ("tutto il Milan fa il tifo per lui. La sua forza è la nostra, siamo orgogliosi di far parte della sua famiglia. Guarirà e non vediamo l’ora di riaverlo con noi») poi Stefano Pioli parla della sua creatura e nell'elogiare l'Italia di Mancini campione d'Europa fa un paragone importante


Siamo il Milan e non ci dobbiamo porre limiti. Sarà difficilissimo perché sette squadre lotteranno per quattro posti. Ma gli ostacoli sono troppo alti solo per chi non ha ambizioni abbastanza forti. La chiave del trionfo degli azzurri sono gli occhi dei giocatori che guardavano Mancini e si guardavano tra loro: lo stesso sguardo di Berrettini. Passa tutto da lì. L’Italia ha vinto gli Europei per quegli occhi: per quello spirito di gruppo. Non vinci con la tattica. Vinci mettendo da parte l’ “io” e anteponendo a tutto il “noi”. È in quel modo che hanno vinto. Hanno rappresentato al meglio l’Italia. E abbiamo esultato tutti, perché ci siamo sentiti partecipi di una cosa bella. In quel gruppo ho rivisto, in piccolo, il mio Milan. Sento che c’è empatia, forse addirittura un po’ di magia tra noi

Pioli ricorda il dramma che visse quando allenava la Fiorentina e morì Astori


    «Sono un allenatore che impronta tutta la sua gestione sul confronto e sul dialogo con i giocatori. Quella tragedia mi ha fatto capire che i calciatori sono anzitutto uomini. Sono dovuto entrare nelle loro teste. A uno a uno ho dovuto raccontargli che il medico, alle 9 del mattino, mi aveva detto che Davide non c’era più. Ho passato tutti i mesi successivi ad aiutarli a elaborare quella scomparsa. In certi momenti devi andare in profondità. Conta la tecnica, conta la tattica, ma è ancora più importante la componente mentale».

Dopo un passaggio sul Black Lives Matter ( «Sì, mi inginocchierei») e su Baggio che ebbe come compagno di squadra ( «Il Roberto che ha giocato con me, stagione ’89/’90, valeva Maradona. Il nostro schema, da difensori, era facilissimo: recuperavamo palla, la passavamo a Dunga che la passava a Roberto e poi andavamo tutti ad abbracciarlo dopo il gol») Pioli ricorda la tragedia dell'Heysel con la Juve

    «Avevo il piede ingessato, ero in tribuna e vidi i primi scontri sugli spalti. A quel punto ci portarono negli spogliatoi. Ho seguito la partita a fianco della panchina. Le notizie non arrivavano. Credevamo che avrebbero interrotto tutto a fine primo tempo. Alla fine ci dissero di fare il giro d’onore e, quando rientrammo in hotel, pensavamo davvero che quella partita non contasse. Fu una tragedia enorme, di cui non fummo pienamente consapevoli».


Tags: milan mancini pioli

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