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Partenza flop: Sarri nervoso e squadra senza entusiasmo

22/08/2016 09:14

Partenza flop: Sarri nervoso e squadra senza entusiasmo |  Sport e Vai

A consolarsi si potrebbe pensare che l'anno scorso era iniziata anche peggio, con la sconfitta alla prima giornata contro il Sassuolo, ma la verità è che il 2-2 con cui il Napoli ha debuttato in campionato a Pescara lascia sul tavolo troppi dubbi e tanti interrogativi. Se un anno fa c'era l'alibi di nuovi schemi (peraltro poi rivisti e corretti prima di affogare, col passaggio dal 4-3-1-2 al 4-3-3) e del cambio tecnico di fronte a un club già rodato come il Sassuolo, appare difficile spiegare il flop degli azzurri contro la neopromossa Pescara. L'alibi Higuain non regge: come motivare un primo tempo in balìa di un avversario mordace e volenteroso ma tecnicamente inferiore in tutti i reparti? Come leggere la prestazione scialba di tutta la vecchia guardia, da Allan a Hamsik, da Koulibaly a Ghoulam, da Insigne ad Albiol? I gol del pari sono arrivati dal cilindro di Mertens, partito come sempre dalla panchina, e sono frutto di un'invenzione personale il primo e di un errore della difesa pescarese il secondo. Niente a che fare con schemi offensivi, quelli che – a detta di troppi – avrebbero consentito a Higuain di fare 36 gol in stagione. Nossignori, quei gol il Pipita li fece perchè era ed è un fuoriclasse. E perchè quella squadra giocava a mille e con entusiasmo. Quell'entusiasmo che a Pescara proprio non s'è visto. Bolsi e lenti, gli azzurri. Possibile che le voci di mercato, di contratti non rinnovati e di polemiche intestine abbiano condizionato fino a questo punto? Possibile. Ma non basta. Ci sono anche problemi antichi che stanno venendo a galla, a partire dall'integralismo del tecnico. Il Napoli gioca sempre e solo alla stessa maniera, mai una variazione, mai una correzione in corsa, cambi solo uomo per uomo senza tentare nuove soluzioni. Se i due gol presi sono soprattutto errori individuali dovuti a superficialità e leggerezza (da Koulibaly ad Allan) è tutta la manovra azzurra che è apparsa ripetitiva e scolastica. Il Napoli visto all'Adriatico era un mulinello che girava a vuoto, con troppi giocatori fuori posizione.

I PROBLEMI – C'era attesa per vedere Gabbiadini centravanti, liberato dall'ingombrante ombra del Pipita, ma Manolo ha deluso. Colpa sua, sicuramente, ma il problema è che lui prima punta non è o almeno non con questo modulo, dove non può esaltare le sue caratteristiche. Milik che è entrato al suo posto ha destato impressioni positive ma è ancora acerbo e tutto da valutare a certi livelli. Con Insigne involuto (e nervoso per la storia dell'aumento), Callejon poco valorizzato e Hamsik a luci alterne ecco che di occasioni da rete se ne son viste poche. Troppo poche. A centrocampo Valdifiori non è Jorginho, e lo si sapeva, ma le sue caratteristiche tendono ad accentrare troppo il gioco con imbucate centrali dove mancano i guizzi di Higuain. In difesa quasi tutti male, ma paradossalmente potrebbe essere il reparto che preoccupa meno, se si tranquillizza Koulibaly e cresce la condizioni dei due esterni. Restano i dubbi su un mercato tutto da valutare: verranno Diawara e Rog ma quanto tempo impiegheranno per capire le alchimie tattiche dell'attuale tecnico? Vale la pena tenere un Gabbiadini così, svogliato e fuori ruolo o è meglio puntare forte su un altro attaccante? Uno come Mertens deve aspettare solo che Insigne sbagli la partita per giocare? Zielinski e Milik giocheranno più di Grassi e Regini? Tonelli è in grado di tornare a giocare presto? E Giaccherini? Cosa riserveranno gli ultimi giorni di mercato?

LA TENSIONE – Altro aspetto che preoccupa, anche alla luce degli imminenti impegni in Champions, è il nervosismo dell'ambiente. Non quello dei tifosi, che assistono perplessi a teatrini discutibili, ma quello del Napoli. Dalla società, dopo le polemiche per le conferenze stampa “a invito”, al tecnico che dopo una prima uscita pubblica poco chiara - dove da un lato si è risentito perchè il suo Napoli non era inserito nei pronostici tra le grandi del campionato e dall'altro ha messo le mani avanti parlando di progetto con i giovani che deve preludere a qualche “bastonatura” - ieri non si è presentato per le interviste post-gara, ufficialmente per problemi legati all'aereo di ritorno. Peccato se avesse spiegato i motivi di 45' imbarazzanti, forse meglio così se si fossero cercati alibi nel terreno dello stadio o nel rigore dato e poi negato (da regolamento è punizione a due in area, non rigore). Lui che si chiama sempre fuori quando c'è da parlare di mercato, non può lamentarsi degli acquisti mancati, ma può e deve valorizzare meglio di quanto non abbia fatto l'anno scorso una rosa che resta importante anche senza la sua stella. L'impressione però è che se il Napoli non ritrova entusiasmo e voglia di divertirsi – mai avvertita ieri – non sarà una stagione facile. Il tempo per rimediare c'è, non va sciupato.


 

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Tags: higuain Allan sarri

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