Parla Chiellini: la sua Juve e quella di oggi, la risposta a Bremer sul turbante

Lui segue sempre la Juventus, seppur si trovi ancora dall'altra parte dell'Oceano Atlantico. E non potrebbe essere altrimenti, trattandosi di una colonna della storia recente bianconera: si tratta di Giorgio Chiellini, che è intervenuto ai microfoni di 'Radio Bianconera': 

"Le partite della Juventus riesco a vederle quasi tutte, qui a Los Angeles vengono trasmesse in tarda mattinata. Il Derby della Mole l'ho seguito per intero. Turbante di Bremer? Ha avuto l'evoluzione rispetto a me: turbante e cerotto insieme. Sono contentissimo per lui, io quello che dovevo fare l'ho fatto. È un mio erede in bianconero? Non mi piacciono i paragoni, sia lui che Gatti devono fare la propria storia, hanno tutte le potenzialità per essere dei grandi difensori della Vecchia Signora. In loro vedo tante caratteristiche da calciatori forti, devono solamente continuare a giocare e crescere".

"Primo Scudetto alla Juve? La società viveva un periodo analogo a quello di oggi: senza coppe europee e in piena ricostruzione. Con Conte abbiamo iniziato a credere di poter vincere durante la stagione: l'inizio è stato complicato con tanti pareggi, a gennaio e febbraio faticavamo ancora, poi le altre hanno deciso di lasciarci delle speranze e noi abbiamo avuto la forza di non mollare. Ricordo che giocavamo quasi sempre dopo gli altri e affrontavamo gare importanti anche a -7 dal Milan, lì una squadra non forte mentalmente sarebbe crollata". 

"Ambizioni della Juve? Sono sempre stato realista, sono per l'equilibrio e i piccoli passi. Quest'anno l'Inter è la favorita ma i bianconeri devono continuare così: diciassette punti in otto partite non sono male, bisogna restare lì e poi si vedrà".

"Ritorno degli ultras? Mi è piaciuto rivedere un buon tifo e una buona unità coi tifosi. Loro sono importanti in quanto danno fiducia e sicurezza, senza dimenticare che in un certo ambiente anche le squadre che vengono a giocare possono essere condizionate. Se riusciamo a crearlo nuovamente può essere solo un valore aggiunto per la squadra. Gioco o risultato? Non c'è un unico modo per arrivare ad un risultato, la Juve ha sempre avuto calciatori straordinari ma anche l'anima di Torino e della sua proprietà, ovvero essere pratica ed efficiente. Bisogna proseguire per questa strada, come il Barcellona o il Real Madrid hanno la propria, così come le inglesi.