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Paradosso Sacchi: Il limite del Milan si chiama Leao

24/09/2023 10:30

Paradosso Sacchi: Il limite del Milan si chiama Leao |  Sport e Vai

E' tornato al gol dopo i fischi col Newcastle, si è preso anche la fascia di capitano per volontà di Pioli e dei compagni ma per Arrigo Sacchi Leao non è il valore aggiunto del Milan, bensì il suo limite. L'ex ct dice alla Gazzetta

Alla fine della partita mi telefona un mio amico e mi fa: «Adesso sì che sarai contento, il Milan ha vinto». E io: «Poco». «Perché?» mi domanda lui. Risposta facile: «Perché ho visto un Milan che ancora arranca». Non mi faccio incantare dal risultato, anche se battere il Verona non è mai semplice. Il problema è che la squadra di Pioli non è ancora un collettivo. Essere un collettivo significa avere undici giocatori attivi con e senza palla, significa fare pressing, significa non fare lanci, significa tenere il pallone rasoterra, significa muoversi sempre.

Leao ha fatto un bel gol, ma oggi il Milan esiste soprattutto per il portoghese e questo è un limite. Leao, con il suo modo di stare in campo, con i suoi mancati rientri, con la mancata partecipazione al lavoro del gruppo, è quello che non ti permette di diventare un collettivo. Se si vuole fare un salto di qualità, in direzione di un calcio più europeo, è fondamentale che tutti siano funzionali al progetto e che tutti si sappiano sacrificare in nome della squadra.


Tags: milan sacchi Leao

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