Non è il gol di Cr7 che manca alla Juve, ma il vero Dybala

Triste e solitario, possibilmente non final. Altro che Joya, Paulo Dybala in questo momento il ritratto della tristezza nella Juve che finge di preoccuparsi per il gol di Ronaldo che non arriva ma che invece deve risolvere il problema dell'argentino solitario. Che in tre partite ha accumulato solo 101' in campo (contro i 217' della scorsa stagione) e zero gol (contro i 5 nelle prime due di campionato più una doppietta in Supercoppa italiana contro la Lazio). Ricordate la sua prima stagione bianconera? Tutti ad accusare Allegri di utilizzarlo poco ed il tecnico a spiegare che serviva tempo per inserirlo: ebbene in quel primo anno Dybala dopo 3 gare di campionato aveva comunque giocato 207', molto più di ora. Già dimenticati i titoloni estivi che esaltavano la potenziale coppia dei sogni con Cr7. Ronaldo non segna e non si tocca, Manzdukic gioca bene, segna e non si tocca ma a pestare i piedi a Dybala e a dirgli fatti più in là c'è l'esplosione di Bernardeschi, il vero uomo nuovo di questa prima Juve. Conoscendo Allegri si può ben immaginare che non esista una Juve-base e che tutti verranno chiamati in causa, Dybala per primo. Ma ci sono gerarchie e gerarchie: la Joya fino a un certo punto della sua avventura juventina rientrava nella sfera di quelli che uscivano poco o mai e che segnavano molto e in ogni modo: adesso no. Ora Paulo è uno dei panchinari da turnover. E difficilmente alla ripresa del campionato avrà spazio perchè lui è impegnato in Sudamerica con l'Argentina e tornerà a Torino stanco mentre Mandzukic e Ronaldo stanno già lavorando alla Continassa. Ma nessuna paura: Dybala ha in testa lo scenario per riprendersi i riflettori. Fu la doppietta al Barcellona in Champions a dargli la ribalta internazionale ed è in Champions che vuol tornare protagonista. Complice l'inevitabile turnover col Valencia mercoledì 19 vuol convincere Allegri a schierarlo titolare: la Spagna gli porta bene, in Spagna lo hanno cercato a lungo, in terra di Spagna vuol riprendersi tutto: né triste, né solitario.

Stefano Grandi