Napoli: Turnover, condizione, calendario e...Insigne, ecco come si vola

Per Sarri la prima giornata di serie A era sempre stato un tabù: due sconfitte e un pari prima di ieri nel giorno dell'esordio, prima del 3-1 del Napoli a Verona che ha sfatato tanti tabù in un colpo solo. Contro le piccole gli azzurri spesso avevano sofferto (e perso punti pesanti) spesso e volentieri: al Bentegodi qualche batticuore per il finale caldo quando la gara sembrava già in ghiaccio c'è stato ma molto relativo e il successo non è mai stato in discussione ed anche il turnover ragionato, con ben 4 novità in campo, ha dato frutti soddisfacenti che potrebbero indirizzare l'allenatore verso questa strada anche in futuro. Dopo un anno di apprendistato Diawara e Zielinski non sono solo delle riserve ma dei veri titolari-bis, Chiriches dimostra di poter supplire uno dei due centrali e Milik sta tornando l'attaccante che era prima dell'infortunio. Anche l'ingresso di Giaccherini è stato positivo, aspettando ancora frecce velenose come Rog e Ounas. Mettere in panchina lo strepitoso Mertens degli ultimi 10 mesi è egualmente un segnale importante così come la condizione atletica della squadra. Il solo Hamsik al momento appare in ritardo (anche Hysaj che sarà peraltro squalificato) ma la preparazione anticipata causa Champions è un vantaggio che il Napoli dovrà sfruttare in questo avvio di campionato. Il calendario dà una mano per consentire un avvio sprint, nelle prime 8 giornate solo le due trasferte a Roma (con la Lazio ma solo alla quinta giornata e con la Roma all'ottava) sono sulla carta un po' più difficili ma sulla strada verso la vetta ci sono gare casalinghe abbordabili (Ataltanta, Benevento e Cagliari) e due trasferte non proibitive (Bologna alla terza giornata e Spal alla sesta) ma a rendere ottimisti i tifosi del Napoli è anche lo strepitoso Insigne visto al Bentegodi, che ha ripreso subito da dove aveva finito lo scorso anno ma che sembra ancor più maturo come leader, assist-man e meno egoista del passato. Ecco tutti i buoni motivi per cui Napoli può sorridere.

Stefano Grandi