Napoli: Maradona come Buffalo Bill, la cittadinanza crea entusiasmo e polemiche

C'è chi preferisce ricordarlo inimitabile in campo e continua a rivedere vecchi filmati, e chi non perde occasione per venerarlo come icona perenne: Diego Maradona per Napoli è da sempre, da quando andò via nel 1991 “dalla porta di servizio, scappando come un ladro nella notte” dopo 7 anni di magìe e trionfi mai visti prima dalla città partenopea, l'idolo di una vita e di generazioni intere. La cittadinanza onoraria che stasera riceverà a Piazza Plebiscito, davanti ai 30mila fortunati che potranno avere accesso, è solo l'ultimo anello di una catena che tante volte in questi anni ha riportato Maradona nell'unico posto al mondo, ancor più che nella sua Argentina, dove il delirio collettivo è automatico non appena mette piede in città. Era successo per la gara d'addio di Ciro Ferrara, che si trasformò nel 2005 nel Maradona-day perchè era la prima volta che il Pibe tornava al San Paolo, ed è successo altre volte dopo (solo di recente la rappresentazione teatrale al San Carlo) ma ora l'impressione è che Diego venga trattato da Buffalo Bill, showman dei ricordi. Le riprese filmate con i telefonini e diffuse su tanti media, dove si vede Maradona palesemente brillo che biascica nella cena in suo onore che si è tenuta in un noto ristorante cittadino ieri, sono l'esempio di una degenerazione del rapporto tra il fuoriclasse della Storia e quello che rischia di diventare adesso. Già prima del suo arrivo c'erano state polemiche da parte di alcuni club organizzati, che non si riconoscono nelle feste di oggi (a volte strumentalizzate) e se due-tre generazioni di tifosi lo hanno accolto con cori e applausi e si sono emozionate anche a un semplice saluto del Re del calcio, è anche vero che il nome di Maradona non può e non deve trasformarsi in altro che non sia l'affetto e la riconoscenza per chi ha fatto vincere Napoli per la prima volta nella sua storia.

DIEGO JR E LA SINAGRA - Umanamente può far piacere la sua riappacificazione definitiva col figlio maschio che ha sempre desiderato, quel Diego Armando jr che non si è mai rassegnato all'idea di non essere (ri)conosciuto dal padre così come il lungo e toccante incontro avuto proprio ieri nel ristorante con Cristiana Sinagra, la donna con cui lo concepì, ma vedere Maradona filmato mentre stenta a tagliare la torta, mentre fa fatica ad articolare un concetto, mentre viene portato via brillo, mette sinceramente tristezza. Diego deve restare sempre per Napoli sinonimo di gioia e vittorie, ma non deve essere né la bandiera di odi sportivi per rivalità presunte, né l'appendiabito dove appoggiare tutte le giacche colorate o meno in suo nome, né men che mai un Buffalo Bill che per cachet (che lui nega, stavolta) va offrendosi a destra e sinistra. Non a Napoli, almeno.

Stefano Grandi